La matematica? Un’opinione per il governo di destracentro. E può permetterselo dal momento che i chierici della disinformazione sembrano far parte della categoria di chi ha finito gli studi senza essere in grado di far di conto. Tutti precursori dei risultati Invalsi. Dunque si può festeggiare il prossimo crollo del prezzo del gas che – assicurano i Tg – assicurerà mega risparmi alle famiglie italiane.
Eppure il calcolo non sarebbe stato difficile, se fatto con un briciolo di onestà intellettuale. E di dignità professionale. Se prima aumento un prezzo di 100 euro e poi lo riduco di 40 euro, non ho un risparmio, ma un maggior costo di 60 euro sul bilancio famigliare. E lo stesso vale per l’inflazione. Se prima aumenta del 12% e poi dell’8%, non ho una riduzione rispetto al dato di partenza, bensì due aumenti che si sommano. Perché l’incremento dell’8% è calcolato sulla base dei prezzi già cresciuti del 12%. A fronte, per di più, di stipendi e pensioni che non hanno assolutamente coperto l’incremento dell’inflazione.
Però, come sempre, la narrazione è più importante del dato di realtà. Così lady Garbatella può autocelebrarsi per i suoi primi 100 giorni di governo. Con il plauso dei media di servizio che cominciano ad allinearsi ai nuovi padroni. Soprattutto in tv mentre sui giornali prevale ancora la linea di “oggi e sempre, resistenza”.
Ovviamente non bastano 100 giorni per giudicare un governo che, sulle questioni fondamentali, è all’impasse. L’autonomia regionale, voluta dalla Lega, è frenata da Berlusconi e Meloni che non vogliono obbligare i propri amministratori ad una maggiore serietà e rigore nella spesa. Sulla giustizia si assiste ad una brusca frenata rispetto ai progetti di buon senso di Nordio. Sul lavoro siamo ancora in una fase di nulla cosmico. Progetti strategici per costruire una nuova economia non sono comparsi. Per la cultura si attendono primi passi concreti dopo aver sistemato qualche amico degli amici.
In politica estera si è offesa la memoria di Enrico Mattei per iniziare un timido programma di riconquista di un ruolo nel Mediterraneo concordato con Washington (che non amava Mattei). Si vedrà nelle prossime settimane se l’accordo con Tripoli – molto presuntuoso e molto falso parlare di accordi “con la Libia” – porterà davvero al blocco delle partenze dei clandestini. Però, in ogni caso, è buono e giusto che Meloni abbia provato a far qualcosa. E sempre sui clandestini, si vedrà subito se ignorare le direttive del ministro degli interni comporta delle conseguenze o se finisce sempre a tarallucci e vino.
Terminati, però, i 100 giorni di luna di miele, occorrerà iniziare a vedere dei risultati. Perché i cambiamenti promessi non possono ridursi a un po’ di repressione contro le manifestazioni di piazza. Sperando che i nostri ambasciatori non vengano convocati dai governi dei Paesi contro cui si era scagliato Tajani perché reprimevano le proteste di piazza.