Il 2022 sarà, per l’Onu, “l’anno internazionale delle scienze di base per lo sviluppo sostenibile”. In Italia è diventato, chissà perché, l’anno dello sviluppo sostenibile della montagna. Va bene così: le Terre Alte sono costantemente dimenticate dal governo dei tecnocrati e, dunque, va benissimo ogni forzatura che possa portare un briciolo di interesse per la montagna. Con l’accompagnamento di un po’ di denaro, che non fa mai male.
Dunque è inevitabile l’interessamento dell’Uncem che sarà sicuramente coinvolta nella gestione delle iniziative e delle risorse. Uncem a trazione piddina, come sempre. Merito della sinistra, ovviamente, e totale demerito per un centro destra romanocentrico in un caso e milanocentrico negli altri due. Un centrodestra che ottiene ancora i voti sulle Terre Alte e poi tradisce gli elettori quando arriva a Roma o anche a Torino, Milano, Venezia, per non parlare dei territori appenninici.
Così, per evitare di affaticarsi con lo studio delle realtà montane, si affida alla sinistra il controllo di un mondo che non ama la sinistra. Esattamente come succede con la cultura, altro settore che vede la fuga costante dei politici di centrodestra. Sulla cultura le motivazioni sono semplici: i politici non solo sono totalmente inadeguati ed impreparati, ma evidenziano un palese senso di inferiorità nei confronti di chiunque sappia leggere e scrivere. E preferiscono affidare la politica culturale alla sinistra piuttosto di provare a studiare qualcosa.
Ma per la montagna l’unica spiegazione è la pigrizia. Persino per quelli (pochi) che la montagna la frequentano. Ed anche per i pochissimi che affrontano salite ed escursioni. Perché, scesi in città, le Terre Alte diventano solo un parco giochi per i fine settimana e parte delle vacanze. Nessuna voglia di conoscere la cultura, la storia, le tradizioni, la realtà, le prospettive. Sono occorsi mesi perché a Roma riuscissero a capire che mangiare all’aperto, a 2mila metri e con la temperatura sotto zero, non è proprio il modo ideale per tutelare la ristorazione alpina. E la porcata con la chiusura degli impianti annunciata con 12 ore di anticipo – dopo aver fatto sistemare le piste e riempire di scorte alimentari ristoranti ed hotel – è la migliore dimostrazione del disinteresse della politica nazionale. Con gravissime responsabilità della sinistra e nella totale indifferenza del centrodestra.
Ma l’indifferenza, in questi casi, è peggiore degli errori commessi dagli altri.
Una situazione destinata a non modificarsi. Perché, con il taglio dei parlamentari, gli ottusi insisteranno a concentrarsi sulle grandi città dove, guarda caso, il centrodestra continua a perdere: Roma, Milano, Napoli, Torino, Bologna, Firenze. C’è solo l’imbarazzo della scelta. Ma in città si fa meno fatica a spostarsi, si possono ripetere sempre le stesse cose ad ogni latitudine. La montagna è troppo impegnativa e può essere consegnata al Pd.