Giornata nera per i geniali e preparati economisti delle opposizioni in Italia.
Zingaretti e compagni di Forza Botulino, con al guinzaglio i loro disinformatori di riferimento, avevano appena finito di abbaiare contro un governo giallo verde che taglia i posti di lavoro e provoca recessione che subito sono arrivati i dati Istat a ribadire che il Pil è cresciuto e siamo dunque usciti dalla recessione tecnica. Ma, soprattutto, l’Istat ha messo sul tavolo i dati di un’occupazione che non solo è tornata a crescere ma è diventata più stabile.
Ciliegina sulla torta: aumenta l’occupazione dei giovani. La dimostrazione che la banda Boccia mentiva quando sosteneva che Quota 100 non avrebbe fatto aumentare il numero dei giovani assunti. La dimostrazione che la banda Boccia mentiva quando assicurava che il decreto dignità avrebbe fatto aumentare la disoccupazione perché i predatori non erano disposti a far lavorare i neo assunti in maniera dignitosa. E questo apre anche qualche discussione sulla reale rappresentatività della banda Boccia all’interno del mondo delle imprese.
Ovviamente questo non significa che siamo usciti da una crisi ormai più che decennale.
Dunque, secondo l’Istat, nel primo trimestre 2019 il prodotto interno lordo italiano è aumentato rispetto al trimestre precedente dello 0,2%. Viene così scongiurato (almeno per ora) il pericolo che il Paese sia in recessione conclamata.
“Questo è indubbiamente un fatto positivo – commenta Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor – anche se quella che si delinea è una situazione di stagnazione che resta assolutamente preoccupante. Il prodotto interno lordo italiano sta infatti ristagnando sul livello del 2018, che si è collocato al di sotto del 4,3% rispetto alla situazione ante-crisi, cioè al dato del 2007”.
Occorre osservare le date per rendersi conto della situazione reale. Per l’Italia la crisi del 2007 è ancora ben lontana dall’essere stata superata ed i governi che si sono succeduti in tutti questi anni non hanno fatto assolutamente nulla anche se ora, dall’opposizione, si lamentano come se fossero arrivati da altri mondi. Nell’Unione Europea peggio dell’Italia sta facendo soltanto la Grecia in cui Pil del 2018 è inferiore a quello del 2007 di ben il 27,9%.
“Tutti gli altri paesi dell’Unione – aggiunge Quagliano – sono da tempo al di fuori dalla crisi ed hanno superato il Pil del 2007. In particolare, come mostra il grafico, la crescita sul 2007 della Germania è stata del 14,5%, quella del Regno Unito del 13,1%, quella della Francia del 9,6%, quella della Spagna del 5,5% e quella media dell’Unione del 10,8%”.
Da tempo, ricorda il presidente del Centro Studi Promotor. Dal tempo in cui in Italia governavano i compagni di Zingaretti. E prima ancora, quando la politica economica spettava al Sultano di Arcore ed al suo Brunetta.
È vero, mancano politiche incisive di rilancio. Ma sino a quando l’imprenditoria si fa rappresentare da Boccia anche le migliori politiche industriali rischiano di risultare del tutto inutili.