Morti e feriti in Venezuela, in quello che appare come un tentativo fallito di colpo di Stato ad opera di Guaidó, sono in numero nettamente inferiore rispetto a morti e feriti per le proteste dei gilet jaunes in Francia. E sono molto meno numerosi anche gli arresti.
Eppure nella narrazione dei media di servizio italiani pare che nel Paese latinoamericano sia in corso una strage mentre a Parigi si discuta serenamente intorno ad un Pernod.
In questo caso il problema non è rappresentato dall’incapacità di Maduro di guidare il Venezuela o dall’insopportabile arroganza dell’ometto dei banchieri messo a guidare la Francia. Il problema è la disinformazione italiana. Sempre più inaccettabile eppure sempre più faziosa. Che si tratti di Rai o di Mediaset – per non parlare di Mentana con la sua iniziativa editoriale in grado di inventarsi il terrorismo buddista pur di non raccontare la verità – la narrazione è sempre la medesima. Sempre rigorosamente falsa.
Ovviamente non solo per ciò che riguarda la situazione internazionale. Zingaretti viene sostenuto mandando in onda, sulla Rai pagata dai contribuenti, le repliche dei film televisivi del fratello in versione Montalbano. E quando il segretario del Pd strilla contro il governo giallo verde che riduce le tutele dei lavoratori, non una voce dei disinformatori si alza per ricordare che è stato il Pd a votare per la cancellazione dell’articolo 18, che è stato il Pd a votare per l’aumento della precarietà.
Macché. Si accetta tutto ciò che sostiene Zingaretti senza contraddittorio. Così come si accetta il Verbo di Mattarella senza mettere in dubbio alcunché. Un presidente che, all’improvviso, scopre la disoccupazione (casualmente mentre si riduce), scopre il precariato e l’insicurezza che non aveva notato quando erano state approvate le leggi in proposito. Un presidente che ignora la repressione in atto a Parigi ma che si indigna se riguardano altri Paesi.
E il codazzo di disinformatori adoranti segue Mattarella, Zingaretti come aveva seguito Renzi, Letta, Napolitano. Il fascino del potere? Non solo. Perché il codazzo seguiva anche il Sultano di Arcore e segue pure Salvini o Grillo. Ma non è adorante, solo implorante per ottenere una frase ad effetto su cui costruire un attacco contro gli stessi Salvini e Grillo. È la disinformazione, bellezza.