
L’11 marzo 2016 moriva suicida Keith Emerson, uno dei più importanti tastieristi – se non il più grande – del periodo d’oro della musica Prog.
Prima con The Nice e poi con il supergruppo ELP, insieme a Greg Lake e Carl Palmer, riuscì a coniugare in un convincente mix musicale generi diversissimi tra di loro quali Rock, Jazz e Classica. La sua carriera fu lunga, ma il suo maggior successo lo ebbe tra il 1968 e il 1973. Anni in cui riempiva gli stadi e vendeva milioni di dischi.
La sua presenza scenica, gli spettacoli dal vivo ricchi di effetti speciali e la sua indubbia capacità tecnica crearono un mix esplosivo che fece innamorare milioni di fan in tutto il mondo. A quegli anni di successi seguì un declino figlio di diverse cause: l’avvento del Punk, le accuse di essere un narciso innamorato di se stesso prima ancora della sua musica, l’invidia di tanti colleghi e critici che lo accusavano di essere eccessivamente tecnico e poco ispirato sul piano compositivo.
A poche settimane dalla sua tragica morte, il chitarrista Marc Bonilla, che aveva collaborato con lui negli ultimi anni di carriera, organizzò un concerto all’El Rey Theatre di Los Angeles, per offrire una celebrazione di tutta la parabola artistica di Emerson, inclusa la musica di ELP, The Nice, Three Fates Project e Keith Emerson Band.

Nelle scorse settimane, in occasione del quinquennale della sua scomparsa, è uscito un cofanetto – splendida la copertina che richiama quella di Tarkus, il loro maggior successo uscito esattamente cinquanta anni or sono – che comprende tutta l’esibizione in 2CD e 2DVD: un modo per poter vedere e ascoltare quel concerto anche per coloro che, per ovvie ragioni, non hanno potuto assistervi.
Sul palco sono saliti ben 27 musicisti tra i quali spiccano Brian Auger, che a cavallo tra ’60 e ’70 fu il grande rivale di Keith, lo stesso Bonilla, e poi Eddie Jobson, Jordan Rudess, Steve Lukather, il grande Steve Porcaro, Jeff “Skunk” Baxter, Vinnie Colaiuta, Gregg Bissonnette, nonché il figlio di Emerson Aaron.
L’effetto risulta un po’ ridondante, dal momento che un gran numero di strumentisti mal si concilia con il fatto che Emerson prediligesse sempre la formazione a tre. Tuttavia la maestosità, che venne definita “barocca”, delle sue composizioni ed esibizioni viene in qualche modo riproposta o addirittura esaltata.
È sempre difficile fare confronti tra le tribute-band e l’originale, anche se in questo caso si tratta di grandi esecutori. Tuttavia per chi con quella musica è cresciuto e ha spesso scoperto grandi compositori del passato che Emerson citava ad ogni piè sospinto, da Bach a Bartok, da Mussorgskij a Bernstein, si tratta di rispolverare brani che suonano in modo straordinario ancora oggi, esattamente come cinquant’anni fa e oltre.
Spiace che nel progetto non sia incluso Carl Palmer, ultimo superstite degli ELP, dal momento che anche Greg Lake ci ha lasciati il 7 dicembre 2016, pochi mesi dopo il suo sodale di un’epoca indimenticabile.