Il presidente della repubblica del Pd è riuscito nell’impresa di riesumare la salma del Partito democratico e lo porterà al governo nonostante la sconfitta elettorale.
Non male per il presidente super partes del Quirinale. I volti della banda capeggiata da Zingaretti nella delegazione che ha incontrato Mattarella non lasciano presagire novità positive per il popolo italiano. Che non può illudersi su un capovolgimento di fronte da parte di Casaleggio attraverso la piattaforma Rousseau che conferma, immancabilmente, i desiderata di Grillo e Casaleggio.
A dar retta a Grillo il nuovo governo assomiglierà ad un esecutivo tecnico e questo è ancor meno rassicurante, dopo i disastri del grigiocrate Monti e di Elsa la belva. I nomi dei ministri arriveranno con calma, a seconda dell’andamento delle trattative tra Di Maio e Zingaretti. E lo stesso vale per il programma.
Tanto le opposizioni sono ancor più imbarazzanti. Salvini dovrà gestire l’assurda decisione di rinunciare a governare per consegnare l’Italia nelle mani di Di Micheli, Grasso, Marcucci, Cirinnà. Bel risultato, indubbiamente. La Sorella della Garbatella annuncia improbabili discese in piazza e poi si scopre che raccoglierà i suoi seguaci in una piazzetta romana in occasione del voto di fiducia per il nuovo governo. Non proprio un gesto eversivo. Quanto a Forza Botulino, il terrore è reale per una eventuale legge contro lo strapotere televisivo del sultano di Arcore. Ma Berlusconi è convinto che il Pd continuerà a tutelarlo, d’altronde il Tg5 è il portavoce del Pd, dunque Renzi provvederà a tutelarlo.
Di Maio ha pubblicamente ringraziato la Lega, ma appare un gesto di cortesia più che una porta aperta. E ha sottolineato l’importanza del sostegno di Trump al governo Conte bis. Per chiarire che la normalizzazione è compiuta e non ci sono fughe in avanti verso Mosca o Pechino. L’Italia torna nei ranghi, Paese a sovranità limitata che riceve l’applauso di Bruxelles, Parigi e Berlino perché rinuncia ad ogni cambiamento. Ed i mercati, cialtroni, fanno calare lo spread.
Il centrodestra ripartirà dai territori per contrastare il governo centrale? Se la logica è quella che in Piemonte ha portato al sostegno a personaggi buoni per tutte le stagioni, le prospettive sono disastrose più che pessime.