Giulio Sapelli è un grande economista. Avrebbe potuto avere un ruolo di primissimo piano nel governo giallo verde ma le sue dichiarazioni intempestive hanno impedito che il progetto andasse a buon fine.
Intempestive, non inopportune e tantomeno errate. Ma il governo del cambiamento non aveva ancora iniziato il percorso e qualcuno si è spaventato per la libertà di pensiero di Sapelli.
Un errore, quello di aver rinunciato al professore. Che ora torna alla ribalta con una lucidissima analisi, pubblicata da Il Sussidiario, sulle ragioni che hanno portato alla comprensibile, ma non per questo meno sbagliata, uscita di Salvini dal governo. Per Sapelli si tratta di una manovra orchestrata da Micron, che in questo caso è stato Macron, per spartirsi l’Africa con i cinesi, utilizzare l’Italia come servo sciocco per sostenere le sue ambizioni dopodiché, insieme sempre ai cinesi ma anche ai tedeschi, spartirsi la grande industria italiana.
Magari partendo da quella pubblica dove ora il Pd ed il Movimento 5 Stelle procederanno alle nomine di quasi 600 boiardi di Stato scelti per smantellare l’intero apparato. Il tutto con il beneplacito degli Usa, sia perché la politica estera americana risente di gravi carenze di intelligenza sia perché i liberal yankee nemici di Trump sono interessati esclusivamente alla globalizzazione e vogliono partecipare alla spartizione dell’economia italiana.
Una sentenza di condanna già scritta per il nostro Paese? Per Sapelli no, perché lui spera in un briciolo di lungimiranza da parte dei piccoli e medi imprenditori. Che, a suo avviso, dovrebbero impegnarsi per avere, insieme, un ruolo politico, per lottare contro le assurdità di Bruxelles. Una pia illusione, più che una speranza. E l’illusione riguarda anche la borghesia italiana che, a suo avviso, dovrebbe puntare sulla Lega per rilanciare se stessa e l’Italia. Peccato che Pmi e borghesia siano malate di servilismo nei confronti della grande impresa e del politicamente corretto. Mentre l’arroganza dello stato maggiore leghista scoraggia qualsiasi tentativo di collaborazione.
Non va infine sottovalutata una considerazione di Sapelli sul Vaticano. Tra gli artefici di questo governo macroniano rosso giallo in Italia. Un Vaticano che ha puntato sui centri di potere e sulle nuove compagnie di ventura italiane, mercenari al servizio di interessi stranieri. Una strategia, quella della banda di monsu Bergoglio, che potrebbe essere fatale alla Chiesa per ciò che resta di spirituale (se resta qualcosa) nei palazzi vaticani.