Ma esiste ancora, in Italia, la buona borghesia, tendenzialmente conservatrice capace di crescere la classe dirigente del futuro? Parrebbe di no.
La prevalenza del cafone ha stravolto ogni ceto sociale, la sedicente cultura savianea non ha nulla da spartire con la cultura vera, i figli crescono male se non peggio, tra permissivismo assurdo, menefreghismo, raccomandazioni.
Eppure qualcuno insiste nel rivolgersi ai borghesi come serbatoio di voti per un improbabile, e soprattutto inutile, partito moderato, centrista, oscillante tra lo sbirresco e la mancanza di regole.
In principio c’era Forza Italia, ma la trasformazione in Forza Botulino ha evidenziato la rinuncia ad ogni velleità culturale (Martino, Urbani..) per dedicarsi a nani e ballerine, tra chirurgia plastica e cene eleganti. Davvero la borghesia istruita dovrebbe riconoscersi in chi l’ha distrutta in nome del turbocapitalismo, delle regole di Bruxelles e del Fmi? O dovrebbe entusiasmarsi per il Pd renziano della precarietà che ha obbligato i figli dei buoni borghesi ad emigrare in cerca di Paesi dove sia premiato il merito e non l’appartenenza ai gigli tragici? Oppure per il Pd antirenziano che vuole l’invasione di nuovi schiavi per ridurre salari e diritti dei figli della borghesia italiana?
Adesso si è affacciato alla ribalta pure Urbano Cairo, detto braccino. Una garanzia per il ceto medio. Se la strategia delle sue aziende (a partire dal Torino calcio) verrà trasferita nella politica, la buona borghesia potrà trasformarsi nel buon proletariato. Perché investire per vincere, per crescere, se si può tranquillamente perdere evitando ogni spesa? Perché potenziare la sanità pubblica se chi si ammala non è più utile al progetto complessivo? Perché predisporre un trasporto pubblico, che costa, quando è sufficiente che i lavoratori partano da casa un paio d’ore prima per raggiungere a piedi l’ufficio o la fabbrica?
Eppure sono questi gli aspiranti beneficiari del voto della borghesia italiana.
Oppure la Lega? Quella che, all’opposizione, era sempre disponibile a discutere e che appena conquistato il potere ha staccato il telefono? Alla destra non è piaciuta l’immagine di Salvini in costume da bagno che canta l’inno nazionale. Mancanza di rispetto per le istituzioni. Ed è curioso che le critiche non siano arrivate solo dalla destra conservatrice e bacchettona, ma anche dall’area neofascista. Che, evidentemente, ha dimenticato le foto del Duce in spiaggia (in sacrosanto costume da bagno) o che lo stesso Mussolini aveva permesso a Secondo Casadei di suonare Giovinezza in “modalità liscio” nelle feste popolari.
E la Sorella della Garbatella? Dopo aver imbarcato Santanchè diventa difficile rivolgersi alla buona borghesia delle professioni, del lavoro quotidiano, della cultura come valore da conservare e trasmettere. Una cultura che non può confondersi con i vaffa grilleschi o con personaggi come Fico e Trenta (a proposito di comportamento istituzionale).
Dunque la borghesia non interessa a nessuno. Forse perché non esiste più.