Si scorre l’elenco dei nuovi ministri del governo rosso giallo e si rischia di restare basiti per la pochezza dei nuovi responsabili di molti dicasteri. Dimenticando, e si fa in fretta a dimenticare, la proprio non eccelsa qualità di chi li ha preceduti. E non solo nel governo uscente.
Qualcuno che si indigna per Di Maio agli Esteri, ricorda forse qualche iniziativa di grande rilievo da parte di Moavero nel medesimo ruolo? È già un miracolo ricordarsi dell’esistenza di Moavero.
E chi ironizza sul nuovo ministro per l’Istruzione, tal Fioramonti che come prima dichiarazione ha annunciato che tasserà le merendine, dimentica forse il nulla cosmico di Bussetti, il disastro di Fedeli, l’imbarazzante inutilità di Gelmini?
In compenso avremo come ministro per l’Economia Roberto Gualtieri, benedetto dal futuro presidente della Bce, Christine Lagarde, prima ancora che il suo nome finisse sul tavolo di Mattarella. Una scorrettezza istituzionale a cui dovremo abituarci con questo governo deciso non a Roma ma a Bruxelles da Merkel e Micron. E fatto digerire agli italiani dal signor Britannia, in arte Beppe Grillo, con la complicità di Matteo Renzi.
Non è un caso che per premio, invece del biscottino riservato al cagnolino ubbidiente, l’Italia abbia ricevuto dagli speculatori internazionali una riduzione dello spread ed una crescita della Borsa. D’altronde, in senso contrario, è quello che è capitato in Argentina dove le primarie presidenziali hanno visto il successo del candidato peronista davanti a Macri, l’uomo degli speculatori. Immediatamente la Borsa è crollata ed è stato dichiarato che l’Argentina tecnicamente è già fallita. Peccato che sia fallita seguendo le indicazioni del Fmi, quello che dà gli ordini al Conte bis.
Dunque gli argentini, se non vorranno passare dal fallimento tecnico a quello pratico, dovranno votare nuovamente per chi li ha affamati. Però in Argentina non c’è la piattaforma Rousseau e benché il 40% della popolazione sia di origine italiana, c’è il rischio che la gente sia meno disponibile a farsi massacrare dagli speculatori rispetto agli italiani che accettano tutto per l’abitudine ad essere servi. Franza o Spagna purché se magna. Micron è pur sempre francese e la Spagna è stata sostituita dalla Germania, ma la passione per la servitù non è cambiata. Basta leggere il ridicolo comunicato dei piccoli industriali torinesi che, dopo aver sparato ad alzo zero contro il sindaco Appendino e la sua squadra, ora scoprono all’improvviso quanto era brava l’assessore Pisano che diventa ministro: senza dignità.