Diciannove Regioni e due Province autonome. Considerando la pletora di poltrone tra ministri, viceministri e sottosegretari si potrebbe probabilmente riuscire ad accontentare tutti. Invece l’impresa appare disperata. Un ostacolo insormontabile.
E non aiuta neppure la solita esclusione della Valle d’Aosta nella spartizione governativa. Non che al Sud Tirolo vada molto meglio. Eppure ogni varo di un nuovo governo è accompagnato da malumori, arrabbiature, minacce di dimissioni.
A protestare non sono le opposizioni, che giocano un’altra partita, ma gli esponenti dei partiti di maggioranza. Ed è qui che nascono i problemi. Perché se i pentastellati sono rappresentati da un ministro o un sottosegretario di una particolare regione, i piddini non vogliono essere da meno. Come si fa a presentarsi alle prossime elezioni locali se in partito ha dimostrato di fregarsene di quel particolare territorio?
D’altronde per mettere tutti d’accordo, da Nord a Sud, occorrerebbe un criterio di scelta completamente diverso: la qualità. Un ministro competente, seppur di parte, sarebbe in grado di tranquillizzare gli elettori del suo partito al di là delle origini famigliari. Inutile illudersi sulle capacità di provvedere al bene pubblico generale, ma almeno accontentare gli elettori del proprio schieramento non dovrebbe essere impossibile.
Invece nulla. I piccoli uomini e le piccole donne che caratterizzano la politica italiana sono in grado, ma solo nel migliore dei casi, di rispondere alle richieste del proprio rione di provenienza. Ed allora è inevitabile che il Pd piemontese si senta offeso per aver ottenuto un solo sottosegretario in un ministero considerato inutile. Già, la giustizia che in Italia ha un ruolo fondamentale, è considerata di nessun valore nella spartizione delle poltrone.
Ma il problema non è la spartizione, è la mancanza di qualità. E la formazione del nuovo governo non garantisce la benché minima qualità. Invece il governo precedente? Neppure. Ed i governi Gentiloni, Renzi, Letta, Berlusconi, Monti, Prodi? Neanche a parlarne. I disastri provocati dai tecnici forse sono persino più gravi del nulla cosmico prodotto dai nuovi politici inetti.
Una meravigliosa dimostrazione del livello della classe dirigente di questo Paese. Da Lorenzo il Magnifico a Renzi, da Eugenio di Savoia a Trenta, da Gentile a Fedeli, da Pirandello a Sfera Ebbasta, da Adriano Olivetti a Carlo De Benedetti: forse hanno ragione gli immigrazionisti, visto il livello degli italiani la salvezza può arrivare solo dagli invasori.