La politica? Superata. Luigi Di Maio punta sui tecnici e lancia, per le regionali dell’Umbria, la proposta di un’alleanza civica con il Pd. Dunque i politici facciano un passo indietro, lasciando che a guidare la regione, le regioni, l’Italia, siano i tecnici.
Il Movimento 5 Stelle, con la giravolta di Beppe Britannia, diventa il sostenitore del grigiocrate Monti. Fantastico.
Ovviamente Di Maio ha il sacrosanto diritto di allearsi con chicchessia, di sostenere qualsiasi tecnocrate, pur di sconfiggere Salvini. Che, a sua volta, è libero di accordarsi con il sultano di Arcore pur di conquistare una regione rossa. Ma esiste, da entrambe le parti, un briciolo di visione sul futuro?
Pare di no. E, logicamente, ne approfitta il Pd che è un partito strutturato e con la capacità di incidere non solo sulla politica ma anche sulle scelte relative alla società civile. Le liste civiche possono rappresentare la foglia di fico per garantire la gestione del potere. Un passo necessario, considerando il disgusto generale nei confronti di personaggi che hanno governato malissimo e che sono stati sostenuti dai media di servizio.
Ma è già pronto il passo seguente. A Torino si sta già pensando al dopo Appendino e la sinistra, generosamente, ha già offerto la disponibilità a presentare un candidato del Pd che accetti il voto dei pentastellati. Dunque, grazie a Beppe Britannia, il Movimento 5 Stelle può ridursi al ruolo di ruota di scorta del Pd. In cambio di una dolce morte del partito, svuotato progressivamente. Dimenticati gli attacchi al “partito di Bibbiano”, Beppe Britannia si rassegna a sostenere un’alleanza che spazia da LeU sino al futuro partito di Renzi, pronto a recuperare i rimasugli di Forza Botulino.
Non è proprio una scelta rivoluzionaria, d’altronde non ha nulla di rivoluzionario neppure il ritorno della Lega con Forza Botulino. E proprio il ruolo di Renzi, trait d’union tra centro destra e centro sinistra, è il simbolo di questa palude maleodorante che non offre prospettive di alcun genere.