Incurante degli appelli di Franceschini, il bugiardissimo Renzi sembra ormai deciso a proseguire la sua strada lontano dal Pd. Beh, non proprio lontano, praticamente in condominio. Si trasferisce al piano di sotto della Ditta, pronto a marciare in solitaria per colpire insieme. Ed infatti gli esponenti del giglio tragico hanno già chiarito che non faranno mancare il sostegno a questo governo che annovera anche esponenti renziani, a partire dall’ex bracciante sostenitrice del precariato.
La strategia del bugiardissimo punta ad una serie di conseguenze per nulla irrilevanti. La sua uscita dal Pd potrebbe infatti consentire un ricompattamento a sinistra, con il rientro in Ditta di personaggi quali Bersani e D’Alema. Magari con la scomparsa di LeU che non avrebbe molte ragioni di sopravvivenza. E magari con il rafforzamento di quella sinistra non radical chic e non immigrazionista che fa capo a Rizzo.
E sino a qui nulla di strano. Ma la strategia renziana punta a ben altro. Cioè a portare nell’alveo del centrosinistra una parte dei rimasugli di Forza botulino. Perché è evidente che i vari Miccichè e Carfagna hanno poco o nulla da spartire con Salvini. Mentre Meloni è diventata la prima avversaria, dal momento che va a pescare nel medesimo bacino elettorale del sultano di Arcore.
Tajani non perde occasione per ribadire che l’alleanza del centro destra, se un’alleanza ci sarà, non avrà connotazione sovranista e populista. Ma erano patetiche le immagini del povero Tajani che, in una riunione di democristiani sopravvissuti, neppure in grado di riempire una piccola sala, dava ordini a Salvini che, in contemporanea, parlava ad una folla immensa riunita a Pontida. I rimasugli anti sovranisti che impongono un programma a Lega e Fdi. Se Salvini cedesse, il prato di Pontida si svuoterebbe.
In caso contrario potrebbe essere la bocciofila di Tajani a svuotarsi. E gli ex Dc in cerca di strapuntini potrebbero accomodarsi nella nuova formazione di Renzi, alleata del Pd ma da posizioni confindustriali, tecnocratiche. Una nuova Sciolta civica ma meno grigia. Senza Monti e Fornero ma con Renzi e Boschi. Un’opportunità non solo per Cesa e Lupi, ma anche per una parte di Forza botulino mentre gli altri, quelli che non vogliono ritrovarsi con Bersani, Fornaro, Speranza e D’Alema, seguirebbero la nuova avventura di Toti.
D’altronde i botulinici sanno perfettamente che il sultano di Arcore non è eterno e che, senza Berlusconi, il loro partito è destinato all’estinzione immediata. Dunque meglio cercarsi un futuro altrove. E rapidamente poiché anche la presenza di Berlusconi può solo garantire un accanimento terapeutico ma senza alcuna speranza di ripresa. Renzi può rappresentare un porto sicuro per i migranti di Forza botulino che abbandoneranno per primi la barca in disfacimento.