Giuseppi Conte, durante l’incontro con il suo amico e padrone Mike Pompeo, aveva cacciato maleducatamente e con arroganza una giornalista che aveva consegnato una confezione di parmigiano al segretario di Stato Usa.
“Il presidente del Consiglio sono io – aveva ribadito Giuseppi – e il parmigiano lo difendo io!”. Insomma, io sono io e voi non siete un..
Tempo di finire l’incontro con Pompeo e gli Stati Uniti hanno comunicato che il parmigiano figura tra i beni italiani colpiti dal dazio come ritorsione per gli aiuti pubblici concessi all’aereo francotedesco. Dunque Parigi e Berlino fanno affari, incassano aiuti pubblici europei, gli Usa fanno scattare la ritorsione e colpiscono gli “amici” italiani che non hanno guadagnato nulla sugli aerei. Indubbiamente una grande dimostrazione di amicizia americana, nonché di capacità di trattativa da parte del governo rosso giallo. E guai a cancellare le sanzioni contro la Russia, siete amici degli americani dunque sanzioni italiane contro Mosca e sanzioni americane contro l’Italia.
Ma, in fondo, è quello che si merita questo Paese. Perché un popolo serio, di fronte ai dazi Usa, reagirebbe in un modo molto semplice: non acquistando i prodotti americani. Niente Coca e Pepsi, niente auto prodotte da chi ha sede a Detroit, niente prodotti alimentari o di abbigliamento. Tenetevi le vostre magliette, i vostri jeans. Senza bisogno di dazi, senza liste nere di prodotti da colpire per ritorsione. Semplicemente affidandosi al buon senso di un popolo che, difendendo le produzioni nazionali, difenderebbe anche i posti di lavoro in Italia.
Pura illusione. Signora mia, che sarà mai bere una Coca? Cosa vuole che incida sull’economia complessiva? E possiamo rinunciare ad una marca di occhiali Usa così di moda per accontentarci di occhiali italiani che sono pure più belli ma che non fanno tendenza? Ovviamente no! E vuoi mettere le prugne californiane? Fanno pure pubblicità, mica come le sconosciute prugne italiane.
Neanche a parlarne di sostituire le scarpe da ginnastica con marchio americano, fabbricate in Bangladesh o in Vietnam, con scarpe con marchio italiano e realizzate in Vietnam o Bangladesh.
Ed allora è giusto che ci si affidi a Giuseppi Conte, servitore di due padroni o anche di 3 o 4. È giusto che Pompeo venga a sbeffeggiare non il governo ma il popolo beota italiano incapace persino di rinunciare ad un paio di jeans prodotti in Nord Africa ma con marchio yankee. Beccatevi i dazi e rimaniamo amici. Anzi, rimaniamo nel solito rapporto di padrone e servo. Perché, come servi, siete i migliori.