Tutti insieme, appassionatamente. Non per tutelare le peculiarità del Tirolo, come nell’omonimo film, ma per cercare di sloggiare il Bis Conte ed i suoi accoliti.
Salvini, Meloni e Berlusconi si sono ritrovati per rinnovare l’antica alleanza, nella speranza di affidare le sorti dell’Italia a Sestino Lumaconi, ad Anna Maria Bernini, a Maria Stella Gelmini. E magari pure a Brunetta. Senza trascurare Tajani, ça va sans dire.
Insomma, una garanzia per il futuro. Poi il sultano di Arcore – riporta Lo Spiffero – ha incontrato Urbano Cairo. Per un passaggio di testimone? Indubbiamente Cairo sarebbe un perfetto erede di Berlusconi: senza problemi nel passare dal centrodestra al centro sinistra senza dimenticare i pentastellati, uomo per tutte le stagioni e capace di far funzionare i tagli della spesa. Piacerebbe a Bruxelles, uno così. Meno agli italiani, ma ormai questi sono particolari irrilevanti. Cairo, detto “braccino” dai tifosi del Toro alle prese con la sua proverbiale propensione al risparmio, sarebbe in grado di imporre il salario minimo – come vogliono i 5 Stelle – ma collocandolo intorno ai 2 euro all’ora come piace ai suoi amici predatori.
Non è chiaro, però, cosa stiano a fare con Cairo e con Berlusconi i vari Salvini e Meloni. Davvero credono di portare avanti programmi populisti e sovranisti con Tajani e Sestino? Con Brunetta e Carfagna? Con Cairo e Giletti? Non sono bastate le pagliacciate della Gruber, sulla tv di Cairo, con Salvini e la Sorella della Garbatella? Probabilmente no, d’altronde Lega e Fdi sono abituati a tacere quando il Tg5 berlusconiano li prende a pesci in faccia. E visto che non basta il Tg5, vanno anche a scimmiottare Renzi nei programmi della D’Urso. Non proprio il salotto ideale per la politica di un livello almeno mediocre.
Dunque basta con il populismo, basta con il sovranismo, si torna a fare i reggicoda di Boccia e di Confindustria, si torna ad ignorare il ceto medio ed i ceti popolari. Il fallimento del liberismo è archiviato e si attendono gli ordini del Fmi per una nuova fase di macelleria sociale. A quel punto si possono imbarcare anche Renzi e Zingaretti, Bonino e Speranza. I 5 Stelle no, perché con l’accordo raggiunto con il Pd hanno scelto la strada del suicidio non assistito.