Mentre Di Maio, Giuseppi e Zingaretti litigavano sulla loro pessima manovra economica, alla Leopolda e nella piazza di Roma si discuteva di politica. Non è che il risultato sia fantastico, ma almeno si fa un po’ di chiarezza.
Dal palco di una affollatissima Leopolda il bugiardissimo ha collocato Italia Viva in un’area moderata, europeista, vicina alle associazioni datoriali.
Invece la piazza di Roma, molto più affollata, ha trascurato le istanze popolari, ha evitato ogni estremismo, ha sostenuto (con il sultano di Arcore) gli evasori fiscali e le associazioni datoriali. Non a caso il bugiardissimo ha invitato gli elettori di Forza Botulino a cambiare voto ed a scegliere Italia Viva. La vicinanza è evidente. Ed è altrettanto evidente il contagio che le scarse truppe botuliniche possono produrre nello schieramento del centrodestra. D’altronde se il partito della Sorella della Garbatella organizza scuole di partito per esaltare la figura di Marchionne, affidandosi a docenti come il presidente di Federmeccanica, significa che si è compiuta una scelta che non va nella direzione sociale e popolare.
Il che è assolutamente legittimo. Solo che le ricette moderate e liberiste stanno fallendo in ogni parte del mondo. I disastri provocati da Macri in Argentina hanno permesso di rilanciare i peronisti. Inevitabile, dopo che le ricette che piacciono al Fmi ed agli Usa hanno provocato povertà, fame, disperazione. E non è andata meglio in Cile dove il governo di centrodestra, vicino al padronato, ha creato nuova povertà, aumento della disoccupazione e dei prezzi. Non è andata meglio neppure in Ecuador, con le politiche neoliberiste di Lenin Moreno.
L’unica, sostanziale, differenza rispetto all’Italia è che gli sfruttati sudamericani scendono in piazza per protestare mentre quelli italiani guardano Barbara d’Urso in tv e si dimenticano dei problemi. Un vantaggio non da poco per i politici del centrodestra e del centrosinistra. Però questo non modifica la realtà fatta da totale mancanza di proposte a favore di un ceto popolare sfruttato e di un ceto medio penalizzato in ogni modo.
Perché favorire l’evasione fiscale non è un regalo ad un ceto composto prevalentemente da persone oneste. Invece di tutelare pochi evasori sarebbe più utile ridurre il carico fiscale, ridurre il costo della sanità che è sopportato proprio dal ceto medio onesto che non si spaccia per nullatenente, ridurre le gabelle sui servizi scolastici a partire dalla mensa.
Ma alla Leopolda questa gente non interessa. E neppure ai botulinici.