A quanto ammonta una “elevata retribuzione”. E qual è la differenza rispetto ad un salario modesto? Una ricerca di Glassdoor sulle professionalità più richieste e meglio pagate in Italia suscita non poche perplessità.
Le aziende italiane – spiegano i ricercatori – hanno bisogno di laureati in ingegneria elettronica e dell’informazione, in ingegneria industriale e di specialisti nelle discipline scientifiche ed informatiche.
In particolare al primo posto delle richieste aziendali figura il project manager, utile soprattutto per le grandi imprese che si occupano di progetti internazionali. Ed il responsabile deve occuparsi di valutazione, pianificazione, realizzazione e controllo. Ovviamente serve un’ottima laurea, conoscenze linguistiche, anni di esperienza. Ma si può arrivare ad una retribuzione lorda di ben 38mila euro all’anno. In pratica qualcosa come 2.100 euro al mese, ossia quanto guadagna un impiegato di banca senza laurea.
Un ingegnere meccanico e di meccatronica scende a 37mila, uno sviluppatore di software a 36mila. E le aziende si lamentano di non riuscire a trovare personale da inserire. Strano, con offerte così generose i prenditori si attendevano di vedere code infinite di giovani entusiasti. Che poi, se sono giovani non hanno l’esperienza richiesta, ma forse i predatori non se ne sono accorti. Come non si sono accorti delle lunghe fila di giovani italiani con le caratteristiche richieste che preferiscono andare all’estero dove le retribuzioni, per le medesime professionalità, sono decisamente più alte.
Ma è interessante notare come queste professioni ad alto valore aggiunto siano retribuite in modo sostanzialmente analogo a lavori che richiedono molti meno anni di studi e di sacrifici anche economici. Un magazziniere guadagna 33mila euro, un consulente di bellezza 34mila, un cuoco 38mila e non si tratta di grandi chef.
È strano che dei ricercatori che si occupano del mondo del lavoro non si accorgano che le classifiche da loro pubblicate spieghino perfettamente le ragioni della fuga dalle fabbriche. Crescenti responsabilità, crescenti richieste di studi, master, corsi ed esperienza per poi conquistare retribuzioni modeste se confrontate con la realtà internazionale. Ma, indubbiamente, è più facile lamentarsi della scarsa disponibilità dei giovani laureati piuttosto di evidenziare la totale mancanza di lungimiranza e di coraggio da parte dei donatori di lavoro.