Crolla una delle roccaforti rosse e l’Umbria passa al centrodestra. Anzi, considerando i numeri, la regione passa a Lega e Fdi. Con l’appoggio sempre meno determinante di Forza Italia.
Eppure il minipartito del sultano di Arcore si sta già impegnando per far perdere il centrodestra alle elezioni del prossimo anno in Liguria.
Non basta il trionfo sovranista/populista per far capire ai botulinici che la proposta moderata non interessa più a nessuno. Il cerchio tragico insiste con una politica perdente, e sino a qui si tratta di un suicidio che riguarda solo i rimasugli di quello che fu il maggior partito politico italiano. Ma i vari Tajani, Brunetta ed Erinni assortite non vogliono sostenere la candidatura di Toti in Liguria, mettendo a rischio il successo nelle elezioni regionali. Senza dimenticare che sono sempre i botulinici a voler imporre un candidato assurdo in Calabria.
Evidentemente puntano sulla crisi sempre più evidente della coalizione rossogialla che, in Umbria, è stata quasi doppiata dal centrodestra. È vero che il Pd pagava gli scandali che hanno portato alle dimissioni del presidente regionale (sempre del Pd), ma gli umbri hanno clamorosamente bocciato l’idea stessa di coalizione rossogialla. Il Pd crolla non solo rispetto alle elezioni regionali precedenti, ma cala sensibilmente anche rispetto alle recenti europee. Ed il Movimento 5 Stelle precipita, dimostrando quanto poco vale la corrente di Fico favorevole all’accordo con il Pd.
Può festeggiare il bugiardissimo Renzi che non ha partecipato a queste elezioni, e dunque non ha perso. Però i sondaggi relativi al voto nazionale non lo schiodano dal 5%, allo stesso livello di Forza Botulino.
Dunque l’ammucchiata di governo non dovrebbe correre rischi, nella consapevolezza che andare al voto significherebbe consegnare l’Italia al centrodestra a guida leghista e con un alleato forte rappresentato da Fdi. Però la segreteria Zingaretti potrebbe vacillare e l’immagine di Beppe Britannia potrebbe appannarsi anche tra i pentastellati rimasti. E poi si annunciano problemi per Giuseppi Conte dopo le rivelazioni del Financial Times.