Tutta colpa della Cina. I fans del governo rosso giallo hanno già iniziato a scaricare sul coronavirus la responsabilità della nuova caduta del Pil italiano.
I dati forniti dall’Istat indicano che nel quarto trimestre 2019 Il prodotto interno lordo è calato dello 0,3% rispetto al trimestre precedente. Una flessione – sottolinea Gian Primo Quagliano, presidente del Centro studi Promotor – che interrompe la modestissima crescita che aveva caratterizzato l’ultimo trimestre del 2018 e i primi tre trimestri del 2019.
A ciò si aggiunge che, secondo l’ultima nota mensile sull’economia italiana dell’Istat, “l’andamento dell’indicatore anticipatore mantiene un profilo negativo suggerendo il proseguimento della fase di debolezza dei livelli produttivi”.
Dunque il virus cinese non ha la benché minima influenza su una flessione che è precedente allo sviluppo dell’epidemia. E non basta il servilismo dei media che collocano la notizia sul Pil italiano subito dopo l’allarme sulle conseguenze economiche mondiali del coronavirus. Perché le conseguenze non mancheranno. Il blocco dei voli penalizzerà il turismo ed i turisti in arrivo dalla Cina erano sempre più numerosi in Italia. In compenso potrebbero arrivare meno merci dal Paese asiatico, sia per i controlli sia per la riduzione della produzione cinese a causa della chiusura di numerose fabbriche.
Il possibile calo del Pil cinese è stimato intorno all’1% nei primi mesi di quest’anno. Minor produzione, minori esportazioni, minor turismo sia in entrata sia in uscita. Ma un rallentamento dell’economia del Paese asiatico porterebbe anche ad una riduzione delle importazioni. E a quel punto il rallentamento dell’economia italiana avrebbe effettivamente un rapporto con la situazione cinese. Ma ora no. La flessione del quarto trimestre è la conseguenza di una incapacità tutta interna. Incapacità di un governo pessimo, incapacità di una classe imprenditoriale inadeguata.
D’altronde – ricorda Quagliano – con il dato del quarto trimestre, il Pil dell’intero 2019 fa registrare una crescita rispetto al 2018 dello 0,2%, ma si colloca al di sotto del livello ante-crisi del 2007 del 4,1% e soltanto lievemente al di sopra del livello registrato nel 2004. E tutto ciò mentre in tutte le economie avanzate i livelli ante-crisi sono stati ormai da molti anni decisamente superati.
È evidente che con questi politici e con questi imprenditori la ripresa sia destinata a restare una bella illusione. Ma a fronte del disastro si interviene solo cercando scuse e scaricando le responsabilità. Non si riparte in questo modo.
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Direi che la qualità degli imprenditori nostrani è rappresentata dal suo quasi ex Presidente che è in Tribunale per il concordato preventivo della sua spa.
Della nostra classe politica i risultati sono evidenti.
Ognuno elegge , evidentemente, chi più gli assomiglia