Dalla “finestra di Overton” alla “finestra di Erdogan”. In attesa che un plagio la trasformi in “finestra di Saviano”.
La finestra del sociologo spiegava come si possa passare dal tabù all’accettazione di qualsiasi cosa, dalla pedofilia al cannibalismo. Erdogan ha applicato perfettamente le logiche di Overton: la Turchia invade un Paese indipendente come la Siria, si allea con i terroristi dell’Isis fuggiti a Idlib, cerca di occupare una zona di territorio siriano e si indigna se i siriani si difendono bombardando i terroristi e le truppe degli invasori.
In fondo ben prima di Overton, e persino prima di Saviano, la stessa logica era stata utilizzata da Fedro nella favola del lupo e dell’agnello. Ma questa volta non si tratta di un racconto ma della tragica realtà. Che supera abbondantemente i confini della Turchia e della Siria. Perché l’invasore Erdogan ha preteso il sostegno della Nato. Sostegno ad una invasione che viola ogni principio, che è priva di ogni legittimità. Ma la Nato è abituata a violare le regole.
Ma, non ancora soddisfatto, Erdogan ha preteso anche il sostegno di quell’associazione di inetti che è l’Unione europea. Non avendo ottenuto sufficiente soddisfazione ha scatenato la guerra dei migranti contro l’Europa dei popoli. Dimostrando, in modo evidente, che i migranti rappresentano un’arma di aggressione. Non un fenomeno incontrollabile ma un elemento di una strategia di attacco contro l’Europa.
Ovviamente una guerra di questo tipo ha bisogno di traditori sul fronte avversario. E in Italia abbondano. Tutti i fautori dell’invasione, tutti coloro che impediscono di bloccare l’armata dei clandestini, tutti coloro che giustificano un’aggressione militare dall’alto della loro assoluta ignoranza ben remunerata.
E poi c’è la Russia, alleata della Siria. Con Lavrov che sta provando a spiegare ai turchi che collocare i propri soldati a fianco dei terroristi comporta dei rischi. Ma Ankara e Mosca non si stanno solo confrontando sulla Siria. Lo scontro riguarda anche la Libia, con la Russia schierata con Haftar e la Turchia che arma Al Sarraj. E l’Italia? Con un premier come Giuseppi ed un ministro degli Esteri come Giggino è inevitabile che stia a guardare senza intervenire. Così Micron ne ha approfittato ed è arrivato in Italia a spiegare che in Libia sarà lui a definire il ruolo europeo. L’Italia può accodarsi. Magari chiedendo il permesso a Saviano.