La Grecia sta cercando disperatamente di resistere all’invasione organizzata da Erdogan. Disperatamente sola. Atene ha provato a chiedere all’Italia l’invio di agenti per rafforzare la frontiera ma Roma ha rifiutato: le nostre forze dell’ordine devono favorire l’invasione, non respingerla.
Se no arriva l’immancabile magistrato a mandare a processo chi si oppone all’accoglienza di decine di migliaia di persone che non fuggono dalla guerra (i siriani sono una minoranza ed in Bangladesh la guerra non c’è) ma vogliono essere mantenute dagli italiani.
Decine di migliaia di persone ammassate non sono la miglior prevenzione contro la pandemia. Ma i buonisti idioti vorrebbero farli entrare e disseminarli per l’Europa. Soprattutto in Italia, grazie a ministri complici.
E non importa che l’Italia sia alle prese con un’emergenza che, nella migliore delle ipotesi, costerà svariati miliardi di euro ai cittadini. Perché lo sforamento del deficit andrà comunque pagato: l’Europa concede di sforare ma non regala un centesimo.
Sarebbe il momento di metter fine al mantenimento di ospiti non invitati e, soprattutto, di quel cancro sociale rappresentato da chi campa sui migranti e sulle tasse pagate da chi non li ha invitati. Sarebbe anche il momento di utilizzare i tribunali per ospitare i migranti che premono sul confine greco e che, se Atene cede, entreranno in massa in Europa senza alcun controllo, senza quarantena.
È curioso che la solidarietà nei confronti degli invasori arrivi da quelle sensibili persone che hanno taciuto di fronte ai bambini ed agli anziani che in Grecia sono morti per mancanza di cibo e di medicine in conseguenza delle misure di austerità imposte da Bruxelles. Cialtroni che si inteneriscono a giorni alterni, radical chic convinti che sia giusto crepare per ubbidire a Bruxelles e che sono pronti a riproporre il medesimo comportamento quando sarà l’Italia a dover mettere a posto i conti. Senza ridurre la spesa per i migranti, ovviamente.