Fate presto!
Qualcuno forse ricorda il famigerato titolo con cui Il Sole 24 Ore invocò l’arrivo di Mario Monti. Il grigiocrate che fece felice Confindustria e massacrò gli italiani.
La bella personcina che, tra le altre cose, impose un drastico taglio alla sanità. Le famiglie dei deceduti ringraziano sentitamente. Ora qualcuno ci riprova. Addirittura riproponendo lo slogan, leggermente modificato, come definizione di una lista elettorale per l’Enasarco. Giusto per chiarire che di cattivo gusto si può anche morire ma non ci si può rinunciare.
Lo stesso cattivo gusto che caratterizza le fondamentali notizie sui calciatori contagiati. Perché i tamponi negati ai medici ed agli infermieri sono riservati ai calciatori. Magari anche fuggiti all’estero con la scusa della mamma malata. Siamo ai livelli di giustificazione scolastica per la quindicesima morte della propria nonna. Solo che la giustificazione non finiva al Tg nazionale come titolo d’apertura.
Inutile stupirsi. Assurdo indignarsi. La tv dei grandi ignoranti vip, delle isole di sfigati in cerca di rilancio mediatico, di semianalfabeti trasformati in opinionisti è perfettamente coerente quando si commuove per la febbre a 37.5 del calciatore e della sua compagna.
Però, forse, qualcosa sta cambiando nella reazione del popolo bue. Bue sempre, ma profondamente stufo di queste cialtronate televisive. Stufo di chi invita a stare a casa mentre si gode il proprio parco con piscina, stufo di doversi confrontare con i problemi di riduzione dello stipendio per calciatori da 1 milione di euro al mese mentre il telespettatore deve fare i conti con i 600 euro promessi dal governo.
Forse stufo del calcio, di questo calcio per divi e non per uomini. Stufo del mercato continuo, dei divieti sempre più opprimenti, del politicamente corretto imperante. Stufo dei commentatori asserviti, delle banalità senza soluzione di continuità.
Gli arresti domiciliari hanno probabilmente questo unico pregio: disintossicano da programmi fotocopia, dal servilismo nei confronti di arbitri per nulla al di sopra delle parti, dall’attesa dei risultati. Sicuramente ci sarà chi andrà in astinenza e, quando la situazione si normalizzerà, cercherà in ogni modo di recuperare il tempo perso con overdose di interviste sul nulla a calciatori che nulla hanno da dire. Ma non è detto che il falso mondo del calcio riesca a recuperare tutti i suoi tifosi. Se ne può fare a meno. Sino a quando non sarà quel mondo a cambiare.