L’Africa è lontana, vista dalla luna.
Il compianto Sergio Endrigo ha probabilmente delle gravi responsabilità nella formazione di Giggino Di Maio. La canzone si intitola “Perché non dormi fratello” e l’incredibile ministro degli Esteri deve averlo preso in parola. Dorme e sogna un’Africa molto ma molto lontana. Non si risveglia neppure quando la sua collega Lamorgese lascia sbarcare centinaia di migranti partiti dalle coste africane, vicine, molto vicine. Senza mascherine, senza le distanze di sicurezza, senza controlli, senza blocchi riservati ai bambini a passeggio.
In fondo, per i dilettanti allo sbaraglio, il rapporto con l’Africa è tutto qui. Uno che dorme, l’altra che vede il Continente Nero come fornitore di nuovi schiavi per gli sfruttatori e per le Ong che si arricchiscono con il traffico di esseri umani.
Altri, invece, hanno capito da tempo che è in Africa che si sta giocando una partita fondamentale per il futuro del mondo intero. Soprattutto adesso, mentre pare che l’unico problema siano le mascherine anti virus, perché il genere umano finirà dopodomani. Invece Pechino scommette sulla sopravvivenza dell’umanità ed approfitta della situazione per rafforzarsi ulteriormente nel Continente.
Un ottimo intervento di Gennaro Malgieri sul Dubbio illustra l’effetto del virus in Africa, in particolar modo per le conseguenze legate al crollo del prezzo del petrolio. Una guerra che vede contrapposte Mosca e Washington, con la messa fuori gioco delle compagnie statunitensi di shale oil, ma che ha portato a drammatici problemi nei Paesi produttori africani, dalla Nigeria all’Angola. L’Europa, priva di una politica estera (o della politica tout court), pensa esclusivamente a salvarsi la pelle, la Cina riesce a pensare sia al virus sia alla propria espansione in Africa. A costi ridotti, per altro, proprio per le difficoltà legate al basso prezzo del petrolio che riduce la ricchezza dei vari Paesi con un’economia troppo legata al settore petrolifero.
Difficile valutare gli effetti sanitari del virus. I contagi ufficiali sono rari, ma la sanità pubblica è quasi sempre inesistente e diventa impossibile sapere se la realtà è molto diversa e quali sono le vere cause di morte. In ogni caso la Cina non si ferma, si espande, conquista governi dopo governi, garantendosi spazi per la colonizzazione (dove inviare milioni e milioni di cinesi in sovrannumero) e materie prime per il proprio sviluppo economico interno e sugli scenari mondiali.
Già, perché mentre il resto del mondo chiude le attività e rinchiude i sudditi, la Cina ha già riavviato l’80% della propria macchina produttiva. Avvantaggiandosi anche del prezzo ridotto di gas e petrolio. È vero che, in questa fase, mancano i mercati di sbocco perché il resto del mondo si è fermato. Ma quando l’Occidente ripartirà, la Cina avrà le scorte per far fronte alla nuova domanda. Che non potrà permettersi l’alta qualità, visto che le strategie attuali porteranno ad un impoverimento generale, e che dunque potrà tranquillamente accettare la produzione cinese.