Carramba che sorpresa! No, non è la riedizione del programma tv, ma è la meraviglia con la quale la disinformazione di servizio sta raccontando la strage nelle Rsa.
Cioè negli ospizi per anziani, hanno solo cambiato nome. Ma se gli operatori ecologici sono pur sempre gli spazzini, le Rsa restano i ricoveri per vecchi destinati ad uscirne solo da morti.
L’unica differenza, rispetto a pochi mesi orsono, è che si è drammaticamente accorciato il tempo di permanenza. Per la felicità dell’Inps e di tutti quelli, come Fornero, che ritengono la vecchiaia un peso insostenibile per i conti pubblici.
In fondo l’esistenza stessa dei ricoveri risponde a logiche esclusivamente economiche. Il vecchio, con i livelli di pensione ritenuti eccessivi da chi impone le politiche finanziarie nel nostro Paese, non è in grado di sopravvivere in casa propria quando comincia ad aver bisogno di un aiuto, di una badante. Se è in affitto, non sopravvive neppure senza badante.
In teoria dovrebbe poter contare sull’aiuto della propria famiglia. Quei figli che ha mantenuto in una vita di lavoro, che ha fatto studiare, che ha aiutato nei primi anni di autonomia e poi, spesso, quando sono arrivati i nipotini. Ma la logica economica prevede che in una famiglia lavorino entrambi i genitori, non c’è tempo nè spazio per occuparsi dei vecchi. Utilizzati come babysitter quando c’è da badare ai bambini piccoli, poi accantonati quando i figli crescono. D’altronde è la soluzione preferita dal padronato. I vecchi in famiglia rappresentano una fonte di distrazione e preoccupazione per lo schiavo. Meglio un ospizio per togliersi i pensieri.
Dunque la fine è annunciata. Un ricovero in strutture tristi anche quando vengono descritte come ville in parchi meravigliosi. Parcheggi dove consumare gli ultimi giorni, sperando che siano pochi per non gravare sui conti pubblici e su quelli famigliari.
Però adesso si finge sorpresa per una strage annunciata. Come si fingeva sorpresa ogni volta che emergevano casi di maltrattamenti in queste strutture. Casi per nulla rari, ma si preferiva far finta di nulla. In fondo gli ospizi sono un business come un altro. Si riducono spese ed investimenti per massimizzare i profitti. Perché gli imprenditori, ce lo ripetono di continuo, devono avere garanzie sui profitti. Il rischio d’impresa non fa parte della mentalità degli imprenditori italiani.
Ma rischi, negli ospizi, ce ne sono pochi. I posti letto lasciati liberi da chi muore vengono immediatamente occupati da chi è in lista d’attesa. Eppure non si investe: perché spendere se si può incassare senza affaticarsi troppo? Se poi arriva un virus a garantire un rapidissimo ricambio degli ospiti, meglio ancora. Arriveranno vecchi in buona salute, che avranno bisogno di minor attenzione. Avanti con lo champagne. Nunc est bibendum..