Cambia lo superficial/ cambia también lo profundo/ cambia el modo de pensar/ cambia todo en este mundo…
Il brano di Julio Numhauser, portato al successo internazionale da Mercedes Sosa, ricorda che tutto cambia. Sempre. Ed il virus che sta terrorizzando il gregge italiano porterà a profondi cambiamenti in molti settori.
A partire da tutto ciò che è relativo al soft power. Cinema, teatro, musica, musei, sport: saranno costretti ad una rivoluzione che potrà avere conseguenze più o meno pesanti a seconda della durata dell’emergenza. Quella mentale ed individuale più ancora di quella imposta dal lìder minimo e dai suoi esperti in contraddizioni.
Dopo i mesi di arresti domiciliari, quanti si entusiasmeranno di fronte alla prospettiva di rinchiudersi in un cinema o in un teatro per assistere alla proiezione di un film, alla rappresentazione di una commedia, allo show di un cantante, all’esibizione di una soprano o di un tenore? Magari indossando la mascherina che riduce ulteriormente la respirazione. “Al cinema ci si bacia” si poteva leggere nelle pubblicità comparse a Torino proprio mentre le sale venivano chiuse. Diventerà difficile anche quello, con i posti a sedere distanziati.
Ma se i cinema vedrà ridimensionarsi gli incassi al botteghino, potrà continuare ad investire cifre astronomiche su attori e produzione, contando solo sui diritti televisivi? I musei riusciranno a resistere con ingressi contingentati? Numeri ridotti a fronte di costi fissi elevati porteranno a rincari folli? L’opera sopravviverà in teatri semivuoti e con prezzi dei biglietti a livelli insostenibili per quasi tutti? Si tornerà a spettacoli riservati agli oligarchi, senza neppure la possibilità, per gli altri, di affollare i loggioni, troppo a rischio di contagio. E i cantanti riusciranno a restare “divi” senza il contatto diretto con il pubblico?
Lo stesso vale per lo sport. Partite di calcio a porte chiuse quanto fascino perderanno? Ci sarà il dramma dei commentatori che non potranno più sciorinare le loro banalità politicamente corrette sui comportamenti incivili dei tifosi. Forse mobiliteranno i vicini di casa, trasformati in delatori dal virus, per origliare e denunciare eventuali “espressioni discriminatorie” da parte dei tifosi riuniti in salotto davanti alla tv. Basteranno i diritti televisivi per mantenere il carrozzone delle società calcistiche ed i folli stipendi dei giocatori? Ma il rischio, per chi utilizza il calcio come arma di distrazione di massa, è che da “partita, birra e rutto libero” in salotto si passi a “birra e rutto libero”, senza più guardare lo schermo dove palleggiano come foche i privilegiati, strapagati, che hanno potuto farsi i tamponi che venivano negati a medici, infermieri, educatori.
Senza pubblico, senza passione, senza contatti diretti, il divismo rischia di essere ridimensionato. E sarebbe un mezzo miracolo. D’altronde i falsi vip che affollano programmi tv spazzatura non incidono minimamente sulle coscienze collettive. La profondità di pensiero dei personaggi delle isole televisive, delle case per menti disturbate, non influisce sui comportamenti delle sempre più ridotte folle di teleutenti.
Forse non ci dovremo più confrontare con le banalità sociopolitiche espresse in “zona mista” dal centravanti o dal portiere di una squadra di calcio, con le indicazioni economiche del pivot di una formazione di basket, con i consigli educativi del passista del ciclismo.
Sarà un problema non per la tv spazzatura italiana ma per chi, a ben altro livello, ha sempre utilizzato cinema, musica, televisione per veicolare messaggi politici e sociali. Per chi sapeva cosa fosse il soft power e come utilizzarlo. Senza spettatori al cinema, perde valore la premiazione degli Oscar. Senza pubblico ai concerti, Bob Dylan e Joan Baez avrebbero inciso di meno sulle coscienze degli americani, prima, e degli europei dopo.
Certo, i gestori del soft power troveranno nuovi modi per incidere, per indirizzare.
Todo cambia o, nella versione patoissante di Louis de Jariot e Maura Susanna, tot i tsandze, é vu comèn tot i tsandze que me tsandzo i é pa drolo.. In peggio? In meglio?