“Dibba fascista sei il primo della lista”. “Dibba e cinesi finirete appesi”. No, non è ancora arrivato il momento di esplicitare con questi slogan l’avversione per il ritorno sulla scena di Alessandro Di Battista.
Ma è solo questione di tempo. La lettera inviata da Dibba al Fatto Quotidiano (un po’ scontato il destinatario) ha suscitato polemiche a 360 gradi. Anche se Giggino direbbe a 365.
Si indignano alcuni pentastellati, non pochi. Ed hanno perfettamente ragione perché Di Battista predica la coerenza e loro, che hanno cambiato opinione più rapidamente di quanto cambino le mutande, si sono sentiti offesi, umiliati. Ma come si permette, Dibba, a pretendere di rispettare le promesse elettorali? Gli impegni?
Più normale l’indignazione dei compagni di strada del Pd. O dei fuoriusciti renziani. Per tutti loro la proposta di puntare su accordi con la Cina rappresenta un tradimento gravissimo. Loro sono al servizio dei Dem Usa, degli eurocialtroni, di chiunque sia un nemico dell’Italia. Dunque censurare Di Battista e proseguire a prendere ordini da Washington (e soprattutto a New York).
Poi c’è il centrodestra. L’imbarazzante centrodestra. Meloni ormai flirta ufficialmente con Trump, dunque è inevitabile che si scagli contro Di Battista. Ma il flirt coinvolge anche Salvini. Dunque la Lega si dimentica che il proprio sottosegretario Michele Geraci era stato l’artefice dei contatti con Pechino che stavano portando ad accordi utili per l’Italia, non alla sudditanza. Neanche a parlare di Forza Botulino. Manco sanno dove sia la Cina è in questo sono perfettamente in linea con Giggino.
Perché su questo punto Di Battista mente sapendo di mentire. Con Di Maio l’Italia non può trattare con Pechino. Nella migliore delle ipotesi il ministro degli Esteri può intuire gli ordini. Ma, probabilmente, Dibba cercava di vellicare Giggino per evitare una rottura definitiva con il Movimento 5 Stelle. Oddio, bisognerebbe che Di Maio comprendesse il significato di vellicare. In ogni caso la frattura tra Dibba ed il Movimento che ha fatto crescere appare sempre più difficile da sanare. Un Movimento senza più anima e ancor meno cervello. Ma aumentano a dismisura gli spazi politici per chi è stanco del servilismo dei nemici dell’Italia al governo e degli slogan privi di contenuto dell’opposizione.
Forse la durissima, e improvvisa, esternazione di Dibba rappresenta un primo passo verso una nuova formazione politica.
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Comment* Alessandro Di Battista, può dire quello che vuole.
Tanto ormai chi ha votato i 5 STELLE non lo considera.
E’ una nullità che non merita alcuna considerazione.
Sarà sconfitto alle elezioni future !!!!