Il ministro lombrosiano Boccia continua a tener sigillati i confini tra le regioni italiane mentre il lìder minimo tuona (beh, brontola sottovoce) contro gli accordi tra i Paesi europei che aprono i confini per i turisti di tutte le altre nazioni.
“Non accetteremo accordi bilaterali che taglino fuori l’Italia”, avverte Conte. E non si capisce se si accorga di quanto sia ridicolo.
Innanzitutto perché gli accordi non sono bilaterali, poiché ormai non riguardano più soltanto Austria e Germania ma coinvolgono la Francia, i Paesi Bassi, la Danimarca, la Slovenia, la Croazia, la Cechia, la Slovacchia, l’Ungheria. In pratica restano escluse solo Spagna ed Italia.
Al lìder minimo hanno dato fastidio soprattutto gli inviti rivolti ai turisti tedeschi di scegliere le “spiagge sicure”, che sarebbero poi quelle sull’altra sponda dell’Adriatico, dunque in territorio attualmente sloveno e croato. Ma Conte ed il dittatorello lombrosiano dovrebbero spiegare come possono pretendere che i turisti europei considerino sicure le spiagge italiane sottoposte ai demenziali provvedimenti governativi.
Quale sarebbe il fascino di una spiaggia italiana dove è obbligatorio l’uso della mascherina con temperature di 40 gradi? Dove non si può far giocare i bambini con coetanei non indicati sugli appositi moduli? Dove non si può conversare con i vicini di ombrellone perché gli ombrelloni saranno lontani? Dove diventa una tortura pranzare fuori casa? Ma davvero Conte e Boccia sono convinti che qualcuno abbia voglia di pagare (molto più di quanto si spende in Croazia) per trascorrere una vacanza di questo tipo?
E poi, dove? Secondo i dittatorelli dello Stato Libero di Bananas i turisti tedeschi, austriaci, francesi, svizzeri dovrebbero prenotare una vacanza al mare in Italia quando i medesimi dittatorelli impediscono di superare le frontiere tra Piemonte e Liguria, tra Veneto ed Emilia Romagna, tra Lucania e Puglia, tra Lazio e Campania?
Mentre, ovviamente, i dittatorelli aprono le frontiere ai clandestini che arrivano in Sicilia (vietata agli italiani), che sbarcano in Sardegna, che entrano nella Venezia Giulia.
L’unica speranza è riposta nei governatori regionali. Purché abbiano il coraggio di sfidare i diktat di Boccia, riaprendo i confini regionali per permettere di avviare i flussi turistici. Probabilmente lo faranno in Veneto e Friuli-Venezia Giulia, probabilmente lo farebbe anche la Liguria ma si trova circondata da Regioni dove il coraggio era esaurito come le mascherine chirurgiche. La Valle d’Aosta è priva di capacità decisionale e resta chiusa in attesa di ordini da Roma (tipico esempio di autonomia confusa con perenne richiesta di soldi). Al Sud l’esempio lo ha offerto la Calabria, ma ha gli stessi problemi della Liguria, sicuramente la Puglia vorrà rinunciare all’isolamento bocciano.
Sulle Isole nessuno contrasta lo sbarco dei clandestini ma non si aprono porti ed aeroporti per chi proviene dalle altre regioni italiane. Però ci si lamenta dei mancati introiti legati al turismo.
Uno scenario davvero affascinante per i turisti europei. Ricco di certezze, di disponibilità, di allegria, di spirito vacanziero. E poi ci si indigna se dalla Germania partono per Curzola..
Photo credits by Augusto Grandi