Biden, chi era costui? Probabilmente diventerà il nuovo presidente degli Stati Uniti ma con una simile nullità sarà il mondo intero a correre gravi rischi. Il candidato democratico punta esclusivamente sugli errori del rivale Trump, sugli incidenti di percorso dell’attuale presidente.
Anche sulla sfortuna che sta caratterizzando questi ultimi mesi di presidenza repubblicana. Ma da Sleepy Joe, come lo chiama Donald, non una sola idea, non una proposta.
Trump navigava tranquillo, sull’onda del buon andamento dell’economia statunitense. Poi è arrivato il virus ed il presidente non ha fatto miracoli. Risposte incerte, ondivaghe. Un po’ come tutti, nel mondo. Gli sarebbe servito Zaia, intorno aveva solo dei Fontana. Così i morti sono aumentati rapidamente ed i disoccupati anche di più.
Poi ci si è messa la Cina che, logicamente, ha approfittato delle difficoltà degli yankee per stringere il cappio intorno a New York. Ed infine è esplosa la rivolta per l’ennesimo episodio di brutalità della polizia contro un arrestato. Situazioni malgestite, perché sarebbe stato sufficiente mostrare i grafici con il numero dei bianchi uccisi dai poliziotti in circostanze analoghe per smontare le accuse di razzismo. Ma Trump avrebbe dovuto, di conseguenza, accusare la polizia nel suo insieme per violenze inaccettabili e stupidità diffusa: non ne ha avuto il coraggio ed ha preferito insistere sugli slogan di legge e ordine.
Un po’ poco, ma sempre meglio del nulla di Biden. Che, non avendo idee, da eventuale presidente sarebbe in balia dei consiglieri imposti dai centri di potere Usa. Trump, in politica estera (che è poi quella che ci riguarda direttamente), ha compiuto errori, ma senza provocare disastri irreparabili. I padroni di Biden sono molto più portati ai disastri, ad esportare guerre in tutto il mondo. In nome della pace, s’intende. Sterminano popoli per aiutarli, da sempre.
Nel frattempo la Cina può ironizzare sugli americani che strillano per la repressione a Hong Kong e poi organizzano la repressione nelle città Usa. Quanto alle sanzioni, possono avere l’effetto di rilanciare il mercato interno, sia in Cina sia negli Usa. D’altronde la sorte di Hong Kong è già segnata e Pechino sa perfettamente che l’Occidente non andrà oltre qualche inutile strillo. Tanto meno l’Europa, come sempre inesistente sulla scena internazionale.
Proprio come Biden. Convinto che l’assenza di idee sia vincente. Ma con il rischio che una rivolta prolungata nelle città Usa ricompatti intorno a Trump i cittadini “normali” che non amano il caos, che non confondono la rabbia con la delinquenza, che non credono che i saccheggi dei negozi di moda o di televisori siano una forma di lotta contro il razzismo.