Le sardine non nuotano più. Il distanziamento sociale le ha trasformate in “fiori”, almeno a Torino. Dove la definizione botanica viene utilizzata per indicare i gruppi di lavoro del nuovo soggetto politico della sinistra bobo, la gauche caviar collinare e crocettina che ha dato vita al contenitore “Capitale Torino” destinato, entro fine anno, a trasformarsi in una “nuova forza politica” o ad “occupare una lista civica già esistente”.
Magari per piazzare Mauro Berruto, ex allenatore di pallavolo approdato alla Scuola Holden.
Non è chiaro se per “capitale” intendano la città o i loro soldi da difendere ed incrementare attraverso l’attività politica. In fondo sono gli eredi del Sistema Torino, sono i rappresentanti del Sotto sistema in salsa fintoambientalista. Le madamine arancione sono state rapidamente dimenticate dopo essersi intestate le manifestazioni pro Tav organizzate dal povero Giachino, ora ci provano i promotori di Capitale Torino. I soliti cognomi, magari con i nomi di figli e nipoti. A capeggiare la manovalanza delle sardine.
“In prima istanza – spiegano alle nuove sardine dopo averne eliminato l’odore – il Comitato non propone una propria proposizione ideologica o politica, ma favorisce l’emersione e la federazione di iniziative politiche di singole realtà associative, che altrimenti rischiano di non essere efficaci. La metafora è quella di tanti fiori che si vuol far attecchire sullo stesso terreno fertile”.
Non proprio una novità, anche in termini di immagine. Ci aveva già pensato il presidente Mao, negli Anni 50: “Che cento fiori fioriscano, che cento scuole di pensiero gareggino”. Considerando i risultati del tentativo maoista e la durissima repressione successiva, è però difficile credere che i fiorellini attuali avessero un briciolo di consapevolezza storica.
Forse i vertici di Capitale Torino hanno letto “Torino-Milano 2010. Una ferrovia, due poli, una regione europea”. Un’opera del 2004 utilissima per rendersi conto di come gli economisti politicamente corretti di Torino non abbiano mai avuto alcun rapporto con la realtà. Una serie infinita di previsioni sbagliate, di analisi assurde totalmente scollegate dalla vita vera di torinesi e milanesi. Ma le sardine floreali, da buoni figli di famiglia, non demordono e ripropongono sempre le stesse ricette. Vogliono, infatti, “La costruzione di una strategia con Milano” che rappresenta “l’opportunità per uscire da una logica ristretta di interessi locali, recuperando un ruolo di protagonismo in Europa”. Tutto si ripete, con la differenza che le sardine floreali usano l’inglese e parlano di coworking.
Errare è umano, ma loro sono fiori di serra..
Immagine di Dante Saudelli