Matteo Renzi fa il blagueur sul Tg5 e, guarda caso, elogia il senso di responsabilità di Silvio Berlusconi. Non è certo una novità e neppure una sorpresa, considerando che il leader di Forza Botulino, fuggito a Nizza nel periodo di quarantena, è ricomparso sulla scena politica nazionale per invitare a moderare le critiche al governo dei dittatorelli incapaci.
Troppi interessi in ballo, per la famiglia Berlusconi, per potersi permettere un’opposizione coerente. Tanto meno una politica coraggiosa. Dunque, nel gioco delle parti, si lascia a Ronzulli la possibilità di criticare il lìder minimo mentre il sultano di Arcore provvede a gettar ponti in direzione del governo e, soprattutto, della maggioranza che sostiene personaggi come Azzolina, Bonafede, De Micheli, Patuanelli. D’altronde il sultano poteva vantare ministri come Gelmini, Brunetta, Alfano.
In questo confronto tra giganti, Berlusconi si trova inevitabilmente alleato di Renzi. Manca ancora Calenda, ma arriverà. In fondo la visione del mondo è simile, tutti impegnati a tutelare gli interessi dell’oligarchia economica e finanziaria. I partiti contenitore sono un di più. E sono tre partiti personali, totalmente scollati da ogni rapporto con la base degli elettori. Di conseguenza anche privi di collegamento ideologico con le aree di teorico riferimento.
Renzi martella il Pd perché non ha nulla da spartire con chi proviene dal Pci e persino con chi rappresenta la tradizione democristiana, benché sia la stessa del bulletto toscano.
Sul fronte opposto Berlusconi sopporta sempre meno i successi di Salvini e Meloni, con il pesante ridimensionamento di Forza Botulino. Così utilizza il Tg5 per attaccare di continuo i presunti alleati. Attacchi non solo personali ed a livello di partito, ma strutturati in modo tale da andare a colpire ogni aspetto della politica di Lega e Fdi. Le vergognose esibizioni di Olla come storico del Tg5 sono un’offesa non solo all’intelligenza dei telespettatori ma anche alle basi dell’alleanza con i due partiti della destra.
Esiste però un piccolo particolare che impedisce un’alleanza strutturata tra Berlusconi, Renzi e Calenda, al di là del narcisismo che impedisce a ciascuno dei 3 di rinunciare a fare il leader. Il particolare è rappresentato dagli elettori che se ne fregano di Leopolda, di Olla, di Cesara Buonamici. Ed anche mettendo insieme le tre formazioni il risultato complessivo non migliora. Renzi e Berlusconi hanno una grande visibilità mediatica (Calenda no), ma restano irrilevanti a livello elettorale.
1 commento
Renzi ha provato a prendere le distanze dal governo e ha ammesso il complotto ieri a Non è l’Arena, unico programma che si può vedere, dove sulle correnti della magistratura e molto altro commentava stupita, come caduta dal pero, una on. Di Girolamo moglie di un ministro di questo governo. Che strana Italia! Eppur qualcosa si muove, forse. Vedremo fra un po’. Non si muove tuttavia a destra, una destra annacquata, centrista, liberale, altra faccia della stessa medaglia perciò senza appeal, né coraggio, né volontà. D’altronde dai Fratelli alla Lega passando per i piccoli il problema resta sempre che non danno spazio, se non ai cicisbei e ai manovali dei voti