Un lucido Gennaro Malgieri, su Formiche, illustra le ragioni che stanno spingendo il sultano di Arcore a scaricare politicamente i teorici alleati per puntare con decisione verso il bugiardissimo Matteo Renzi. Ragioni tecniche e politiche.
Le prime riguardano il meccanismo elettorale. Se i dittatorelli dello Stato Libero di Bananas concederanno il voto, prima o poi, alle urne si andrà probabilmente con il sistema proporzionale. Dunque non in coalizione ma ciascuno per sè, l’un contro l’altro armato (citazione da spiegare con calma ai politici di Forza Botulino, e non solo a loro..). Berlusconi, con un partito ridotto ai minimi termini, ha assoluta necessità di smarcarsi, di connotarsi in qualsiasi modo, di distinguersi dagli onnivori alleati.
In caso contrario verrebbe fagocitato da Lega o Fdi, capaci di attrarre la parte di elettorato forzista meno incline ad un ruolo da zerbini dei poteri forti.
L’altro elemento è più politico e riguarda il “dopo”. Con il sistema proporzionale si ritorna ai fasti della prima repubblica, alle trattative sottobanco per formare un governo, ai sostegni assicurati in base a regalie, favori, poltrone. Ed il personaggio in grado di fare da pontiere per portare il sultano ad appoggiare un governo di centrosinistra è sicuramente Renzi. Che ha posizioni simili a quelle di Berlusconi.
Un governo di “responsabili”, che è solo un eufemismo per definire politici in libera vendita anche a prezzi di saldo, potrebbe essere determinato proprio dai pochi parlamentari schierati con Berlusconi, Renzi, forse persino Calenda (se dovesse approdare in qualche formazione in grado di conquistare seggi).
I sondaggi di questi giorni paiono condannare Silvio e Matteo, ma non è così. Perché i loro scarsi consensi sarebbero comunque determinanti. È vero, però, che i consensi attribuiti a Forza Botulino non tengono conto di una campagna elettorale impostata per preparare un’alleanza a sinistra.
Quanto alle destre, dovranno fare qualcosa, prima o poi, per differenziarsi senza spaccarsi. I sondaggi che qualche mese fa vedevano Lega e Fdi in grado di conquistare da soli la maggioranza sono cambiati e si sono ampiamente ridimensionati. Errori su errori nelle strategie, e pure nelle tattiche, si pagano. Se, come è probabile, le elezioni regionali vedranno le sinistre vincere in Campania, in Toscana e nelle Marche – grazie alla immancabile scelta di candidati sbagliati – l’onda lunga delle destre subirà un pesante contraccolpo.
Non basterà il trionfo di Zaia in Veneto per aggiustare la situazione. Non basterà neppure il meno facile successo di Toti in Liguria, soprattutto se il centrodestra dovesse perdere anche in Puglia.
Tra l’altro l’eventuale conferma di Toti dovrebbe essere utilizzata per favorire la crescita del suo piccolo movimento in funzione di alternativa a Forza Botulino. Perché è Toti che può conquistare consensi strappandoli a Berlusconi, non Salvini e Meloni che sono su altre posizioni. Ma illudersi sulla capacità di analisi delle destre non è facile..