“Nike. Vincitori e vinti nei nuovi equilibri mediterranei”. Pare strano, ma in Italia c’è ancora chi si interessa di quel mare che, evidentemente, è ignoto al governo ed al suo ministro degli Esteri, benché sia nato proprio sulle sponde del Mediterraneo, ma forse non se n’è accorto.
Così a discutere dei profondi cambiamenti in atto saranno gli esperti, gli ambasciatori, gli studiosi invitati in Trentino dal think tank Il Nodo di Gordio dal 24 al 26 luglio.
Per togliere Giggino dall’imbarazzo è opportuno chiarire che Nike non è una marca di scarpe ma una Dea greca.
Per il resto l’appuntamento in Trentino, tra Levico e Montagnaga di Pinè, offrirà l’opportunità di analizzare scenari che mutano continuamente e che hanno conseguenze anche drammatiche per l’Italia. A partire dalla Libia dove si scontrano, sempre più direttamente, Turchia e Russia e dove minaccia di intervenire anche l’Egitto in funzione anti turca. E sia Mosca sia Il Cairo puntano a realizzare delle proprie basi strategiche nella zona di Sirte.
Ovviamente nella passerella del lìder minimo a Villa Pamphilj non si è discusso di questo, non si sono presi in considerazione gli effetti sugli eserciti di clandestini che possono partire verso l’Italia dalle coste libiche, non si sono esaminate le varie conseguenze sulle forniture all’Italia di gas e petrolio.
Ma se il governo italiano si dedica a tartine e passerelle, il resto del mondo guarda al Mediterraneo. Compresa la Cina, pronta a rafforzare la propria presenza in Libano con la benedizione di Hezbollah e, dunque, dell’Iran.
Sì, troppo complicato per Giggino ed i dittatorelli.