Non è bastato lo scandalo della casa di Montecarlo di Fini e della famiglia Tulliani? E allora ci si può affidare ad uno dei fedelissimi dell’ex missino, ex aennino, ex pidiellino, ex fli: Filippo Rossi presenterà, il 3 luglio a Roma, l’ennesima formazione di destra che si chiamerà, con grande fantasia, “Buona Destra”.
Dove la definizione di “buona” può essere garantita dagli avversari che si augurano di scontrarsi con un partito che si presenta come alternativa alla destra e non alla sinistra. Nemica dei populisti, nemica dei sovranisti, amica di Carfagna e di Calenda (prossimamente anche di Renzi), la Buona Destra sceglie la definizione di “destra” semplicemente perché il marchio funziona, tira.
Rossi, dunque, rifiuta ogni prospettiva meloniana o salviniana. E annuncia l’intenzione di creare una nuova classe dirigente che lui definisce “repubblicana”. Forse la vede in contrapposizione ad Emanuele Filiberto di Savoia perché, per il resto, è da qualche anno che l’Italia è una repubblica. Magari nata da brogli elettorali, però ormai sufficientemente radicata. O forse ha fatto confusione con il principato di Montecarlo, per evidenti ragioni. Già, per ora non si parla di un ritorno sulla scena dei Tullianos, ma non si sa mai. A volte ritornano anche quando non sarebbe il caso.
Al di là delle definizioni, appare improbabile un grande exploit dell’ennesimo partitino velleitario. Che però, a seconda del sistema elettorale proporzionale, potrebbe comunque servire a qualcosa ed a qualcuno. A qualcuno a sinistra, ovviamente, perché i pochi voti racimolati verrebbero sottratti a destra. È vero che le attuali destre tradizionali sono tutt’altro che entusiasmanti, è vero che a classi dirigenti sono messe non male ma malissimo.
Ma illudersi sulle iniziative degli ex sodali di Fini è davvero eccessivo. Anche perché i programmi annunciati sono di una banalità imbarazzante. Totalmente privi di sostanza, semplici auspici che vanno bene per tutti: realismo, competenze, capacità di guardare al futuro. Per far cosa? Per andare dove? In che modo? Se la meta è una casa a Montecarlo, è davvero un po’ poco..