Gli apprendisti stregoni del politicamente corretto yankee sono spaventati. Non più da Trump ma dai loro compagni di strada ignoranti e deficienti, quelli che abbattono statue, bruciano libri, impongono licenziamenti, determinano gli investimenti pubblicitari delle multinazionali.
La gauche caviar americana, gli intellettuali con la puzza sotto il naso si sentono assediati da queste orde di semianalfabeti che – dopo aver fatto pulizia di ciò che andava eliminato secondo i tolleranti esponenti del politicamente corretto, a partire dalle statue dei confederati che, per il liberal Corriere della Sera, erano “protonazisti” – sono pronti ora a dare l’assalto alla cittadella della sedicente intellighenzia progressista.
Hanno scoperto, gli yankee radical chic, che le bande di idioti possono imporre la linea editoriale di quotidiani e tv, che possono decidere carriere universitarie non basate sul merito ma solo sulla capacità di conformarsi ad una linea politica che si sposta sempre più rapidamente verso il baratro del nulla. Nessuna tolleranza verso le idee non allineate, verso i giudizi liberi, verso una cultura che è legata a millenni di storia in Europa ed in Asia.
Troppo ignoranti e stupidi, gli iconoclasti progressisti, per poter rivalutare le culture precolombiane, sempre che ne conoscano l’esistenza.
Ed allora gli intellettuali della sinistra americana hanno tentato una raccolta di firme per difendere un briciolo di libertà di pensiero (che non prescinde dalla obbligata condanna di Trump). È andata male: solo 150 firme mentre altri apprendisti stregoni hanno espresso solidarietà in privato ma rifiutandosi di firmare per paura di ritorsioni.
In Italia, però, tutto è diverso. Nel senso che non si troverebbero neppure le 150 firme. Manca persino quel briciolo di coraggio, nella gauche caviar, per esprimere una seppur minima critica nei confronti di chi invoca impiccagioni in piazzale Loreto per Salvini e Meloni, di chi pretende il carcere per chi non si entusiasma per il gay pride, di chi vorrebbe l’eliminazione fisica di quelli che non vogliono cedere la propria casa agli occupanti abusivi arrivati da lontano.
È vero che il pensiero degli intellettuali politicamente corretti non è autonomo, attende sempre un imput da Oltreoceano. Ma il rischio è che, per sembrare più progressisti degli altri, i radical chic non si adeguino ai 150 intellettuali ma alle orde dei deficienti. C’est plus facile..
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