Andrzej Duda è stato riconfermato presidente della Polonia. Una vittoria di misura contro il rivale Trzaskowski. E, subito, la disinformazione di servizio si è scatenata. Innanzitutto riportando la protesta di centinaia di polacchi all’estero che non hanno potuto votare. Facendo sorgere il dubbio di brogli a favore di Duda.
Che, però, ha vinto con un margine di 500.000 voti mentre la protesta riguarda poche centinaia di persone. Ma l’importante è suscitare il dubbio, non importa che sia credibile.
E poi i quotidiani italiani si sono dedicati a demolire l’elettorato di Duda: anziano, ignorante, campagnolo. Mentre Trzaskowski è stato votato dai laureati, dai giovani, dalle grandi città. Si ripropone, per l’ennesima volta, lo scontro tra città e contado, strapaese contro stracittà. I quotidiani di servizio non hanno dubbi: stracittà è il bene, il futuro, la modernità; strapaese è il passato, l’arretratezza, il male. Non solo in Polonia.
Perché l’analisi viene riproposta per la Francia. Da un lato Parigi, che ha rieletto sindaco Anne Hidalgo, paladina dei bobo che schifano i pendolari in arrivo in città ogni mattina. Ma i pendolari non votano a Parigi e possono subire le angherie del sindaco mentre i bobo (la gauche caviar) possono dedicarsi alla bella vita. Così la solita informazione assicura che i giovani francesi diventano sempre più ignoranti, con l’eccezione proprio di Parigi. E la capitale vota per la socialista anomala Hidalgo mentre gli ignoranti del resto della Francia scelgono i verdi senza dimenticare Marine Le Pen e neppure Mélenchon e la sua France Insoumise che rappresenta il fronte sinistro.
Un razzismo sempre più esplicito, quello dei media di servizio. Eccitati ed esaltati quando possono magnificare le doti ed il pensiero dei radical chic di ogni Paese; disgustati quando devono descrivere quei subumani che popolano le campagne, le città minori, i quartieri popolari delle grandi città. Territori abitati da esseri non pensanti, che non sanno votare perché sono ignoranti e, per questi limiti inaccettabili, non sono ovviamente in grado di apprezzare l’immensa cultura delle oligarchie a cui spetta, per diritto divino, la guida delle città e degli Stati.