Un’idea, una sola, per il rilancio dell’economia italiana massacrata dal governo degli Incapaci. Un’idea che vada oltre il bonus (non erogati) per i monopattini. Speranza vana, quando si osservano i volti del lìder minimo e dei suoi dittatorelli. Lombroso si sarebbe divertito. Gli italiani si divertono molto meno.
Ed è inevitabile che, di fronte agli Incapaci, tutti si sentano autorizzati a chiedere di più. Come nella canzone di Cocciante, sicuri che il lìder minimo concederà tutto e di più. Blocco dei licenziamenti sino al 31 dicembre, ordina Landini, minacciando lo sciopero generale. E non si capisce cosa succeda il primo gennaio: riparte l’economia con i brindisi di capodanno? Patuanelli e Gualtieri diventano competenti?
Sul fronte opposto Bonomi, presidente di Confindustria, pretende la libertà di licenziare per poter, poi, assumere. Sarebbe bello potersi fidare di Confindustria, illudersi che i numeri dei nuovi assunti siano pari a quelli dei licenziati, con salari analoghi. Peccato che gli impegni di Confindustria si siano sempre rivelati falsi.
Manca, ovviamente, la voglia di mettersi intorno ad un tavolo per definire le modalità con cui superare la crisi. La voglia e la capacità. Perché, come insegnavano i vecchi, non si può cavare sangue da una rapa. Dal governo degli Incapaci non ci si può attendere nulla. Idem da un sindacato sempre più inutile, sparito per mesi ed ora riapparso magicamente per cercare un briciolo di visibilità agostana. Solo una richiesta, neppure una proposta. E da Confindustria cosa ci si può aspettare, al di là dei tagli dell’occupazione in cambio di denaro pubblico?
Dove sono finite le grandi strategie sull’economia circolare, sul nuovo corso dell’industria verde, sulla nuova organizzazione del lavoro? Tutto svanito. Solo licenziamenti e riduzione dei salari e dei diritti. Salvo, poi, frignare per il calo dei consumi e pretendere nuovi soldi non per i consumatori ma per le aziende che penalizzano le famiglie.
I grandi esperti affermano di essere preoccupati in vista di un autunno con possibili esplosioni sociali. Ma l’autunno è dietro l’angolo e non si può attendere la fine dell’estate per iniziare a pensare. Sempre che si trovi qualcuno ancora in grado di pensare.