Decine di migliaia di prof non vogliono tornare ad insegnare in classe perché terrorizzati dal Covid. Il popolo di eroi non si smentisce mai. Marco Cimmino, un prof che non ha tutte queste paure, assicura che la diserzione di massa coinvolge tutta quella serie di insegnanti abituati a non far nulla anche quando erano costretti a far lezione in assenza di malattie varie. La scusa, questa volta, è che a più di 55 anni si corrono troppi rischi. Chissà, magari qualcuno di questi eroi ha pure votato per il Pd che sostiene la riforma Fornero e vuole abolire quota 100. In fondo è comprensibile: perché affaticarsi a domare una ventina di ragazzi se si può prendere lo stipendio pieno rimanendo a casa tra una camomilla ed una boule dell’acqua calda? Regolarmente in servizio ma senza lavorare: altro che la pensione!
E come i docenti, anche altre categorie. I renitenti alla vanga come categoria sociale da mantenere. Ed a mantenere devono essere gli altri, quelli che hanno l’obbligo di lavorare ma il divieto di divertirsi. Perché il contagio passa attraverso una risata, non attraverso il sudore del lavoro. D’altronde solo il Duce si illudeva che questo fosse un popolo di eroi. Ogni scusa è buona per scappare, per nascondersi. Ed i renitenti alla vanga di oggi saranno in prima fila a bruciare le mascherine non appena verrà decretata la scomparsa del virus. Però non si può neppure far finta che si tratti di libere scelte individuali. Perché i fuggitivi sono insegnanti, ossia coloro che dovrebbero dedicarsi alla formazione dei ragazzi. Non limitandosi a fornire qualche nozione presto dimenticata, ma favorendo lo sviluppo della personalità dei ragazzi.
Invece non solo la parte nozionistica è stata cancellata (la geografia fallata di Giggino, il tunnel italosvizzero della Gelmini, i congiuntivi di buona parte dei politici sono la dimostrazione della crassa ignoranza imperante) ma si offre ai giovani un devastante esempio di vigliaccheria di massa. A cosa serve introdurre l’Educazione civica a fronte di questi comportamenti dei docenti? Nessuno pretende che siano emuli di Enrico Toti, che abbiano uno spirito eroico, che dimostrino sprezzo del pericolo. Ma un briciolo di decenza, questo sì. E sarebbe ancora più brutto scoprire che questi renitenti alla vanga con soldi pubblici – dopo aver strillato contro i rischi mortali delle lezioni, dopo aver illustrato i pericoli per l’intera società rappresentato da un bacio tra compagni di scuola – intrattengono rapporti con chi non è convivente. Scoprire che hanno relazioni di amicizia, addirittura rapporti intimi con chi non è qualificato come congiunto. Che si fa in questi casi? Si revoca lo stipendio nonostante le proteste dei sindacati?