A Torino il centrosinistra moltiplica i candidati in vista delle comunali del prossimo anno, puntando con decisione sulla società civile di area, nella convinzione che un’alleanza strutturale con il Movimento 5 stelle non potrà portare alla riconferma di entrambe le candidature delle non brillanti prime cittadine di Roma e Torino. Dunque, con la speranza che sia Appendino ad essere sacrificata, il Pd si scatena nell’individuazione di possibili candidati. Ogni corrente ha il suo preferito. Al contrario nel centrodestra prevale, come al solito, il vuoto pneumatico. Non un nome credibile, non un’idea. Anzi, no, un’idea esiste: quella dello scontro interno tra teorici alleati.
Nel Verbano Cusio Ossola, infatti, è esploso pubblicamente lo scontro tra il leghista Preioni ed il fratello d’Italia Davide Titoli. Il primo, che ha problemi anche con sempre più numerosi esponenti del suo partito, ha cercato di contrastare la crescita di Fdi assicurando che alcuni eletti nelle liste civiche sarebbero passati alla Lega. Peccato che gli interessati abbiano smentito. Allora Preioni ha accusato gli alleati (alleati?) di crescere imbarcando cani e porci. Ovviamente non ha utilizzato questi termini, ma il concetto era chiaro. Un concetto che si potrebbe tranquillamente applicare a molte delle nomine effettuate dalla Regione dove Preioni è ancora il capogruppo della Lega. Quanto a Titoli, ha assicurato che sul territorio del Vco non esistono tensioni con gli altri rappresentanti della Lega, con i quali si lavora in perfetta armonia.
Quell’armonia che sarebbe indispensabile per individuare un candidato comune e credibile per Torino, onde evitare i disastri delle ultime competizioni elettorali. In passato il centrodestra ha perso mesi e mesi per arrivare, all’ultimo momento, con personaggi assurdi, da Buttiglione a Coppola. Un suicidio politico che rischia di ripetersi anche questa volta.