Ma la Sardegna vuole i turisti oppure no? Al di là delle polemiche tra Briatore ed il sindaco di Arzachena, è proprio l’organizzazione di base che lascia perplessi. Cifre folli per arrivare nell’Isola, che si tratti di un traghetto o di un aereo. Perché, per girare la Sardegna, o anche muoversi intorno alla località prescelta per la vacanza, è indispensabile un’auto. E sul traghetto l’auto costa molto. Oppure la si noleggia. A prezzi esorbitanti, cresciuti ancora causa virus. Che, evidentemente, danneggia il motore o intacca la carrozzeria.
In questi giorni, inoltre, le varie società di noleggio avvertono che le vetture a disposizione sono svanite. Troppi turisti in Costa Smeralda nonostante i piagnistei? Ma il peggio arriva se si riesce, forse, a prenotare l’auto. Manca la conferma? Impossibile contattare il noleggiatore all’aeroporto di Olbia. Nessuna risposta via mail; il numero di telefono, a pagamento, attende il canonico minuto senza risposta e poi fa cadere la linea. I furbetti del noleggio che si aggiungono ai furbetti dei supermercati e di troppi negozi. Perché è vero che la Sardegna è penalizzata dai costi per importare prodotti in arrivo dal Continente, ma il pesce ufficialmente appena pescato non può costare come se si trattasse di un articolo di gioielleria.
È evidente che vada ripensato l’approccio al turismo. Che non può essere quello di rapina nella convinzione che chi sceglie la Sardegna sia solo un ricco da spennare. E da spennare senza neppure offrire un servizio decente. Il mare, le spiagge, l’archeologia: ci si affida alla natura o alla storia antica per nascondere le mancanze del presente.