Mara Carfagna è probabilmente una donna intelligente, oltre ad essere una bella donna. Dunque è in palese malafede quando si scatena contro i sovranisti ed invoca un centrodestra moderato. In malafede perché un partito moderato, nel centrodestra, esiste già. Anche se si è ridotto a ridicola stampella di Fdi e Lega. Ed è il partito di appartenenza proprio della Carfagna. Che dovrebbe chiedersi perché la moderazione di Forza Botulino non attrae più. Dovrebbe chiedersi perché in Valle d’Aosta l’abbraccio con i berlusconiani ha portato all’esclusione anche di Fdi dal Consiglio regionale.
I limiti dei sovranisti non sono nelle teorie propugnate, ma nell’incapacità a sostenerle, nella mancanza di rapporti e di ascolto della base, nell’incapacità o mancata volontà di creare una classe dirigente decente e minimamente credibile. Sono nell’arroganza, conseguenza della difesa della propria inadeguatezza. Ma i moderati sono il nulla assoluto. Cagoia, li avrebbe definiti D’Annunzio. Sono la rassegnazione, il tirare a campare, l’obbedienza cieca pronta e assolta ad una autorità priva di ogni autorevolezza. Sono il servilismo nei confronti dei magistrati, solo perché indossano una toga. Sono l’assuefazione ad ogni sopruso, sono l’incapacità di ogni reazione.
Ed i risultati di Forza Botulino sono la rappresentazione numerica di un fallimento, di un progetto ormai inutile, di un rifiuto indifferenziato destinato alla discarica. Alle destre, per vincere, non serve la moderazione; servirebbe l’intelligenza, l’umiltà di ascoltare, la fantasia, la cultura, la preparazione. Su questo deve puntare Carfagna, non sulla difesa dei privilegi di chi non merita nulla perché è il responsabile del disastro italiano.