Matteo Marnati, assessore all’ambiente della Regione Piemonte, ha proposto di utilizzare il “metodo Genova” per ricostruire in tempi rapidi uno dei ponti crollati a causa dell’alluvione dei giorni scorsi. Non si sa se si tratti di una provocazione. E non perché la burocrazia regionale non sia in grado di accelerare l’iter, ma perché manca un elemento fondamentale: il progetto che, a Genova, è stato regalato da Renzo Piano.
L’archistar non è che abbia realizzato un capolavoro, al di là delle considerazioni di rito. Ma il ponte da sostituire in Piemonte era di assoluta banalità. Però, al momento, nessun architetto si è fatto avanti per offrire, gratis, un progetto anche senza squilli artistici. Idem per gli ingegneri. Lo “stile braccino”, che in ambito sportivo ha come modello Urbano Cairo, ha fatto scuola.
Eppure tra i possibili autocandidati come sindaco di Torino, per il centrodestra, c’è anche un architetto. Invece di aspettare le decisioni delle segreterie politiche o i risultati di sondaggi commissionati da potenziali rivali, non sarebbe stato male farsi conoscere ed apprezzare per aver regalato un progetto di un ponte. Macché, rien de rien. Tanto per chiarire subito l’animo generoso di chi vorrebbe fare il sindaco. Non certo per altruismo.