Ormai il Corriere della Sera si è fatto carico della missione di convertire le destre italiane. Più Salvini che Meloni, ma è soprattutto una scelta editoriale: tutti gli altri media politicamente corretti puntano sulla leader di Fdi, dunque c’è maggior spazio se ci si rivolge al “capitano” della Lega. A parte questo, però, le indicazioni sono le medesime: cancellate i vostri riferimenti tradizionali, diventate partiti centristi, allineatevi alla Cdu tedesca.
Perché, secondo i politicamente corretti, è vero che il centrodestra rappresenta la maggioranza del Paese, ma non può crescere ulteriormente e, anzi, la spinta propulsiva pare essersi esaurita. Manca, inoltre, un rapporto proficuo con l’Europa e manca una classe dirigente credibile all’interno dei rispettivi partiti.
Tutto vero. Però non si tiene in considerazione un altro aspetto, non irrilevante. Gli attuali elettori non sono dei tifosi della Merkel o di Macron. E non è per nulla certo che seguirebbero Meloni e Salvini sulla strada del partito liberale di massa. Difficilmente si entusiasmerebbero per una politica economica decisa da Confindustria e da Bonomi. Con il rischio, dunque, che i voti conquistati al centro rappresentino solo una minima parte di quelli persi a destra.
Certo, questo farebbe felici i giornalisti che chiedono il cambiamento, dal momento che sono tutti schierati sul fronte opposto. Condannando Meloni e Salvini ad un ruolo di oppositori senza speranza.
Però è anche vero che, nella situazione attuale, la coppia di destra non è in grado di governare nonostante il consenso nel Paese. E non soltanto perché Mattarella si oppone ad ogni ipotesi di elezioni anticipate. Ma soprattutto perché i due partiti non hanno classe dirigente e non sono in grado di affrontare un forte contrasto con Bruxelles.
La classe dirigente stanno cercando di acquistarla, in saldo, all’esterno. Con il rischio di snaturare l’essenza dei rispettivi partiti. Ma il nodo europeo resta cruciale. E lo sarà ancora di più dopo la probabile sconfitta di Trump. Ciò non significa dover andare a Canossa, ma semplicemente rivedere le posizioni in politica estera. Più facile per Meloni, ma andando in direzione opposta rispetto a quella che piace al Corriere. Perché era la destra estrema che sognava l’Europa dall’Atlantico agli Urali. “Europa nazione, nazione sarà..”.
Dunque è sufficiente ritrovare le radici.
Mentre, sul fronte della qualità di una classe dirigente chiamata a governare un Paese, le difficoltà sono immense. Ma, a differenza di quanto pensino i giornalisti di servizio, i problemi non riguardano le idee bensì le persone. Come si nota ampiamente nella gestione delle Regioni. Si può solo sperare nelle nuove generazioni.