Che meraviglia! Il Corriere della Sera si entusiasma perché il Fondo monetario internazionale si schiera a favore degli arresti domiciliari per Covid. E se lo dice Fmi, allora è cosa buona e giusta. D’altronde il Fondo si è sempre impegnato per il benessere e la salute degli schiavi, basti pensare alle persone crepate in Grecia per povertà e mancanza di medicine grazie alle misure di austerità imposte proprio dal Fondo insieme agli altri criminali della Troika. Ma forse, per il Corriere, l’austerità mirava solo a far dimagrire una popolazione in sovrappeso e si è solo esagerato un pochino.
Ovviamente al Corriere si dimenticano anche tutti i disastri provocati da Fmi in America Latina, ma deve essere la linea imposta da Giggino: l’America Latina non esiste perché lui non la conosce.
In ogni caso, come un orologio rotto che segna due volte l’ora giusta, persino il Fondo monetario può difendere posizioni intelligenti e, soprattutto, non dannose per gli schiavi in ogni parte del mondo. In questo caso l’intervento dello Stato in economia per evitare il disastro totale. Ineccepibile, anche perché non solo in Italia non si vedono rivoluzionarie iniziative dei privati. In Italia le ricette confindustriali prevedono riduzioni delle tasse per le aziende, libertà di licenziamenti, fondi pubblici in regalo sempre per le aziende. Non proprio il massimo come visione del futuro.
Dunque servirebbe, eccome, un intervento pubblico. Peccato che sia affidato alla coppia Gualtieri/Patuanelli, con l’aggiunta teorica della desaparecida Catalfo e, magari, dell’inutile Bellanova. Davvero qualcuno, al Corriere o al Fmi, si illude che costoro possano risollevare l’economia italiana? E per togliere ogni dubbio di faziosità, qualcuno crede che le ricette possano arrivare da Brunetta o da Sestino Giacomoni, gli economisti del centrodestra ragionevole? Dai forzisti trasmigrati in Fdi per dettare la linea economica? Dai leghisti che guardano a Trump come la madonna di Fatima?
Ma c’è un altro punto su cui, indubbiamente, hanno ragione Fmi e Corriere: la rivoluzione verde dell’industria mondiale non solo è possibile ma è pure vantaggiosa. Senza alcun bisogno dei gretini. Fa bene all’ambiente, fa bene alla salute, fa bene al portafoglio degli imprenditori. Perché crea tutta una serie di prodotti che vanno a sostituire quelli attuali. Crea domanda, fa muovere il mercato. Però non piace agli imprenditori italiani. Perché, per riconvertire le aziende, servono investimenti. (Signore, allontana da me questo amaro calice!). E per far aumentare la domanda, occorre che ci sia denaro nelle tasche delle famiglie dei lavoratori. (Vade retro, Satana!).
Dunque meglio proseguire con la richiesta di bonus, di sgravi, di aiuti. Continuiamo a lanciare ossa da spolpare, non costruiamo il futuro. Prima o poi qualcuno provvederà.