Le parole di monsu Bergoglio, in arte Papa, a proposito delle unioni civili delle coppie omosessuali hanno suscitato polemiche. Alcune polemiche, non proprio una valanga. A dimostrazione della ormai pressoché generale indifferenza per tutto ciò che riguarda la Chiesa cattolica. In realtà motivi per protestare ce ne sarebbero stati, e non legati a questioni di dottrina, di fede. Perché quelle sono questioni interne alla Chiesa e riguardano solo i fedeli.
Il problema è che monsu Bergoglio, come gli capita spesso, è intervenuto in questioni che non lo riguardano. Una ennesima plateale ingerenza nella sfera politica di Paesi esterni al Vaticano. Se Bergoglio vuole tutelare i diritti delle coppie omosessuali, può tranquillamente farlo nel suo Stato. Tanto non fa difetto il materiale umano con cui dare l’esempio. E può tranquillamente passare anche alla celebrazione di matrimoni religiosi omosessuali. Se per lui è giusto che le coppie siano riconosciute dagli Stati, attraverso unioni civili, può farle riconoscere anche da Dio. Problemi suoi.
Dove, invece, finiscono i problemi suoi è nella intromissione nelle vicende politiche degli altri Stati. Se Trump viene a spiegare quali leggi deve approvare l’Italia, le sinistre (ed il poco che resta delle destre non americanizzate) giustamente insorgono; se la Troika viene ad indicare le manovre economiche che l’Italia deve varare contro il proprio popolo per accontentare i banchieri e gli speculatori, le destre protestano anche se non se ne accorge nessuno (ed il Pd si allinea alla Troika). Ma se da oltre Tevere un capo di Stato straniero interferisce con le leggi italiane, pare quasi normale.
Senza scomodare Cavour ed il celebre “Libera Chiesa in libero Stato”, (che non era di Cavour, ma arrivava dalla Francia), monsu Bergoglio potrebbe rifarsi al precedente “Date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio”. Frase che – forse a Bergoglio è sfuggito – è attribuita a chi ha creato quella Chiesa di cui proprio Bergoglio è l’ultimo massimo rappresentante. Sposi chi vuole in Vaticano e nelle chiese sparse nel mondo, ma la smetta di occuparsi delle leggi degli altri Stati. Quegli Stati dove i popoli votano per scegliere i legislatori. A differenza di ciò che avviene nello Stato più antidemocratico del mondo, il Vaticano. Dove il dittatore a vita si permette di non applicare le leggi che vorrebbe imporre a chi è al di là del portone di bronzo.