Il Tgpd5 si entusiasma per l’ipotesi che l’immenso patrimonio nuragico sardo possa entrare a far parte del patrimonio dell’umanità dell’Unesco. Perché – spiega il tg berlusconiano al servizio di Conte – così il turismo sardo potrà attirare visitatori anche al di là dei mesi estivi. Tutto bello, certo. Ma i nuraghi sono lì da qualche migliaia di anni. Spesso trascurati, lasciati andare in rovina, poco valorizzati. Possibile che basti un’etichetta con sopra scritto “Unesco” per trasformarli in poli di attrazione puliti, risistemati, restaurati?
Possibile che in mancanza del riconoscimento non si possa far nulla per migliorare una situazione che, in molti casi, è pessima? Per miracolo la targhetta Unesco trasformerà il ministro Orietta Berti in una esperta di trasporti in grado di far realizzare in Sardegna una ferrovia non d’avanguardia ma almeno non ridicola? Deve esserci la targhetta Unesco per avere collegamenti aerei decenti ed a prezzi non da furto? Per avere traghetti con tariffe umane? Per una promozione all’altezza di un’offerta archeologica straordinaria?
No, non basta l’etichetta, la targhetta. Il primo anno, Covid permettendo, si hanno riscontri più che positivi. Poi, se non interviene il sostegno locale e nazionale, la novità diventa routine ed i flussi turistici smettono di crescere ed inizia la flessione. Perché nel turismo culturale ed archeologico bisogna crederci. Bisogna investire, bisogna tutelarlo. E la tutela non passa attraverso nuove colate di cemento per deturpare le coste ed i luoghi più belli, più affascinanti.
Se ci si crede, perché aspettare l’Unesco? Perché non puntare sulla comunicazione culturale invece di prostrarsi ai costruttori e lasciare che le singole località provvedano alla promozione? Se in Continente conoscono più il Billionaire dell’area archeologica di Nora, forse non è colpa del destino cinico e baro ma degli errori degli assessori che si occupano di turismo e cultura. Pronti, evidentemente, a cedere il passo ai funzionari dell’Unesco. Un errore clamoroso come dimostra, in Piemonte, il fallimento del circuito delle dimore sabaude. Patrimonio Unesco, ma ignorato dai turisti.