Si avvicina Ognissanti. E a me viene da pensare… al diavolo. Per carità, non a Satana, Lucifero, Belzebù… Non al Grande Avversario, che Dante vede sprofondato nel più profondo di Caina e Giudecca, i tre volti mostruosi, le tre bocche digrignanti…
Ad un altro diavolo. Molto più in basso nella gerarchia infernale narrataci, con sublime ironia, da Papini. Che a sua volta riprendeva trattati e opere ben più antiche, barocche soprattutto, l’epoca dei grandi Maghi ed inquisitori…
Un diavolo, tutto sommato, simpatico. Non proprio un diavolo buono, come il Geppo di un fumetto della mia infanzia, prodotto dall’instancabile matita di Giovan Battista Carpi… Buono no, ma simpatico almeno sì. E molto. Come il Diavolo Zoppo di de Guevara, poi ripreso, e malamente scopiazzato dal Lasage… A suo modo uno dei modelli del Mefistofele goethiano….
Un diavolo dotato di ironia. Che inquieta, certo, ma non incute davvero timore. E, soprattutto, che non fa orrore. Anzi, è una sorta di vecchio compagnone, compare di avventure e di bisbocce, che ti fa da guida per scoprire cosa c’è dietro il velame sovente tessuto d’ipocrisia, di quella che siamo soliti chiamare realtà.
È il diavolo zoppo di de Guevara, che porta a zonzo uno studente sopra i tetti di Madrid. E li rende, diciamo, trasparenti. Così da rivelare cosa davvero accade nelle secrete stanze, private e del potere, dietro alla finzione diurna e quotidiana.
Siamo prossimi ad Ognissanti, dicevo. E, per tradizione, quella è una notte magica. Per tradizione vecchia, intendo. Ben più antica di quella sorta di Carnevale autunnale che è l’Halloween tornato a noi dall’America.
Ed è notte di fantasmi, mostri e creature fantastiche. Il diavolo vi si trova, naturalmente, a suo agio. Anche se non è Calendimaggio, Santa Valpurga, la sua vera festa. Quando Satana in persona offre il grande banchetto sul Monte Calvo…
Ma in una notte strana, magica e follemente tetra e allegra a un tempo, il nostro diavolo, il diavolo zoppo, si aggira festoso. Pronto ad approfittare di ogni occasione – e, certo, ve ne sono molte – per ghermire qualche anima un po’ troppo… distratta. Ma pronto anche, visto che è un diavoletto allegro, a partecipare a feste e sarabande, mascherate e altro…
Mi domando, però, e come sempre un po’ oziosamente, se anche il nostro diavolo zoppo non resterà stupito quest’anno. Quando si aggirerà per le strade delle città italiane, e le troverà… vuote. Niente bambini mascherati che sciamano allegri di porta in porta, strillando “Dolcetto o scherzetto!”.
Niente adulti vestiti da scheletri e mostri, niente solitamente eleganti signore bene acconciate da sexy streghe di Halloween in salsa erotica… niente di niente. Solo sporadiche auto con dentro figure spettrali con mascherine sanitarie. E polizia, carabinieri, soldati addirittura su camionette,, come neppure a Beirut o Damasco…
Cosa si chiederebbe quel diavolo zoppo? Cosa penserebbe di questa, strana Italia, pervasa da un vento di paura e prona di fronte a dei figuri che sembrano essi stessi balzati fuori da una sorta di cattiva farsa di quart’ordine?
E soprattutto, se trovasse uno studente in fuga sui tetti di Roma – o di Napoli, Torino, Milano… – che gli farebbe vedere, e cosa gli racconterebbe portandolo in volo sopra la città?
È questa la domanda che mi torna di continuo in mente in questi giorni… Che c’è da vedere dietro al velo dell’inganno e dell’ipocrisia dominante?