Sta facendo discutere il nuovo dpcm perché il governo non ha disposto ulteriori restrizioni sui mezzi pubblici, per ridurre la capienza consentita. Il decreto, firmato dal premier Giuseppe Conte nella notte fra sabato e domenica, ha introdotto ulteriori chiusure e restrizioni per cercare di frenare la crescita dei contagi, ma sui mezzi pubblici sembra non essere cambiato nulla. La capienza massima viene spesso superata, soprattutto nelle ore di punta, durante le quali maggiormente i cittadini si spostano per andare in ufficio o per accompagnare i figli più piccoli a scuola.
E’ evidente che più che palestre e ristoranti, il rischio di contagio è alto dove si viaggia come sardine. Un problema che deve essere risolto, anche perché gli esperti cominciano a definire questa situazione come una “falla del sistema”: che senso ha introdurre restrizioni per bar e ristoranti, senza intervenire sui mezzi pubblici?
Il leader della Lega, Matteo Salvini, commenta le scene di lunedì mattina alla fermata San Giovanni della metropolitana di Roma: “Chiudono luoghi sicuri e controllati come palestre, piscine, cinema e teatri, ma continuano a far ammassare le persone in metropolitana e sugli autobus”. Se il dpcm deve servire a riportare la curva dei contagi a livelli gestibili, e si è intervenuti con tutte le misure che permettono di limitare il numero di contatti tra le persone, non si può più perdere tempo sui trasporti, bisogna investire, fare convenzioni con i privati, con i bus turistici.
È necessario mettere in campo misure d’urgenza per fare in modo che si possa viaggiare più in sicurezza. Un trasporto pubblico, che deve conciliare salute pubblica ed efficienza del servizio. Al momento la soglia della capienza sui mezzi pubblici resta all’80% ed è criticata da Giorgia Meloni, leader di Fdi, “Pur sapendo che i trasporti sono una delle cause principali di contagio e la più facile da prevedere in questi mesi, il governo continua a fare finta di nulla e parla di tutto fuorché di questo”.
La lista degli scontenti del nuovo dpcm è lunga; i governatori di centrodestra del Nord, da Toti a Zaia, affermano che il governo non ha ascoltato le Regioni, che le norme sulle chiusure dei ristoranti sono eccessive, punitive. I leader delle opposizioni insorgono con la solita polemica di routine, sorge il dubbio che – con il disagio sociale che cresce – vogliano cavalcare l’onda per ricevere nuovi consensi.
I disagi e le proteste degli ultimi giorni dimostrano la delusione di un Paese verso provvedimenti inutili. Si chiudono i centri commerciali nel weekend per lasciare aperte le grandi catene tipo Zara, OVS o H&M nei centri storici. Perfino il Presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, dichiara “fatico a capire qual è la direzione del governo”. La delusione cresce nel mondo della cultura: attori, cineasti, musicisti firmano petizioni e appelli con cui chiedono al premier di rivedere la decisione di chiudere cinema e teatri.
Un governo pieno di incertezze, non rassicurano le parole del Premier Conte su un futuro Decreto Ristoro: “Daremo i sussidi direttamente con bonifico bancario sugli Iban dei beneficiari, perché vogliamo che i ristori vengano erogati subito, a novembre, non fra due o tre mesi”. Un premier incerto, insicuro, fragile. Sono in molti a non credere alle sue parole. “Vogliamo tutelare sanità e economia – ripete come a voler convincere se stesso, prima degli italiani – chi non è intervenuto oggi è in difficoltà sul fronte sanitario ma soffre anche dal punto di vista economico”. Non vi è alcuna certezza di non chiudere a Natale. Il premier Conte si è detto consapevole dei sacrifici imposti al Paese, ma ha anche definito questa stretta “necessaria” per controllare la curva dei contagi e passare un Natale in serenità.
Resta il fatto che i trasporti sono rimasti esclusi dal Dpcm attuale. Non c’è stata una riduzione della quota di riempimento dei mezzi, ma solo l’adozione di altre misure: l’ingresso scaglionato per le scuole superiori, orari differenziati per i lavoratori e un maggior ricorso allo smart working rispetto al 50% attuale. Il problema dei mezzi pubblici è quanto mai reale, con diverse testimonianze dei viaggiatori in tutta Italia che in questi giorni denunciano gravi irregolarità per quanto riguarda il distanziamento sociale e gli assembramenti.