“Le uova del drago” è il titolo di un bellissimo romanzo di Pietrangelo Buttafuoco. E l’espressione indica la creazione di focolai di germinazione rivoluzionaria in previsione della sconfitta dei fascismi con la seconda guerra mondiale. Uova che si sarebbero schiuse dopo il conflitto per assicurare la continuità ideale. Chissà se Renzi ha letto il libro di Buttafuoco. Ma il dubbio era sorto quando il bugiardissimo aveva lasciato il Pd abbandonando, sul campo, alcuni dei suoi fedelissimi.
Uno dei quali era Andrea Marcucci, premiato per la mancata scissione con l’incarico di capogruppo del Pd al Senato. Ed ora il dubbio di trovarsi di fronte ad un uovo del drago renziano si è ripresentato, con la richiesta rivolta da Marcucci al lìder minimo di valutare la qualità dei componenti del governo. Tutti spaventati per quella che è parsa una proposta di rimpasto, benché il senatore abbia smentito di volerla.
In effetti sarebbe davvero poca cosa, un rimpasto, a fronte della sacrosanta provocazione di Marcucci. Perché, se si valuta la qualità dei ministri, il governo degli Incapaci dovrebbe andare a casa immediatamente ed al completo.
Si può parlare di qualità a proposito della regina dei banchi a rotelle? Quando la sua scuola non è andata al di là dell’autoscontro tra studenti perché di istruzione, formazione, preparazione, cultura non si è mai parlato? In teoria esiste persino un ministro per l’Università. Totalmente inutile, non pervenuto.
La qualità di Lamorgese e di Bonafede può essere sintetizzata nella vicenda del terrorista tunisino sbarcato a Lampedusa e lasciato libero di andare a Nizza per sgozzare tre persone. “Ma come, gli avevamo pure dato un documento di espulsione, sarà mica colpa nostra se non si è comprato un biglietto aereo per tornare a casa..”. Il livello è questo.
Più subdolo Franceschini, assolutamente da non sottovalutare. Certo, ha cancellato in un colpo solo tutta la cultura italiana e, per un ministro della Cultura non è il massimo. E come responsabile anche del Turismo ha sferrato un colpo mortale al settore. Però Franceschini ha altri obiettivi. Sulla cultura da rilanciare, via tv, costruirà il suo futuro politico che mira molto in alto. Ed il servilismo immediatamente dimostrato da Pier Silvio Berlusconi è un chiaro segnale.
Difficile, anzi impossibile, salvare i ministri economici. Gualtieri si è limitato a mentire ed a taroccare le statistiche, Patuanelli manco quello, Bellanova tra un pianto e l’altro ha incassato solo fallimenti.
E Speranza? La situazione della sanità è un disastro, si è circondato di incapaci narcisisti, ma in fondo è il meno colpevole. Non ha fatto nulla per migliorare la medicina di base, semplicemente fondamentale, ma con Arcuri a fianco era difficile fare qualcosa di buono. E poi la sanità paga la cialtroneria dei governi precedenti, anche regionali, che hanno smantellato tutto, che hanno chiuso ospedali e tagliato posti letto.
Ma il peggio del peggio, in questi mesi, è rappresentato da Paola De Micheli, il ministro Orietta Berti. Non solo inutile, ma dannosa. Non un’idea per affrontare l’emergenza affollamento sui mezzi pubblici, non un centesimo speso per affittare dai privati i bus turistici inutilizzati grazie a Franceschini. Forse perché miliardi di euro devono essere regalati ai Benetton per premiarli per la strage del ponte Morandi.
E ce ne sarebbero anche altri, di ministri. Da Costa a Boccia, il nemico di ogni autonomia. Ma se Marcucci vuole davvero una valutazione, il migliore della squadra di governo può ottenere al massimo un NC, non classificato.