L’Economist è considerato il quotidiano economico di riferimento per l’area liberale anche in Italia. Quell’area che si appassiona per le analisi di Cerasa su Il Foglio. Ma nel passaggio tra l’originale inglese ed i seguaci italiani, capita che qualcosa si perda. E non sempre di poco conto. Così, in Italia, Cerasa è tra i principali oppositori di Quota 100, ossia il provvedimento che ha permesso di andare in pensione prima di dover crepare sul posto di lavoro.
Mentre l’Economist, a proposito dell’Italia, scrive che è proprio l’età avanzata delle classi dirigenti una delle cause della lunghissima crisi economica. Manca il ricambio generazionale, mancano forze fresche ed idee nuove. Ma è difficile far crescere i giovani se i posti sono occupati dagli anziani.
Già, ma i liberali italiani lamentano che il ricambio generazionale non ha funzionato. Gli anziani sono andati in pensione ma le aziende, pubbliche e private, non li hanno sostituiti. Dunque, per i Cerasa di turno, la colpa è di chi ha permesso le uscite, non di chi ha bloccato le entrate. Curiosa valutazione delle responsabilità e della situazione. Se mancano i medici, quindi, è perché i sanitari hanno scelto di godersi gli ultimi anni di vita attiva invece di restare in ospedale sino alla fine. Scelto, perché Quota 100 era un’opportunità, non un obbligo.
E se mancano i medici, per Il Foglio, non è perché una delirante politica universitaria ha ridotto eccessivamente il numero di iscritti a Medicina. Mentre si tagliavano i posti letto negli ospedali per far contenti i sostenitori dell’austerità evitando, al contempo, di potenziare la medicina territoriale.
Ma lo stesso problema si ripresenta in ogni settore. Dall’indegnamento alle imprese industriali, del terziario, dell’agricoltura. Manca un investimento sui giovani, secondo l’Economist, sia in fase di formazione sia, successivamente, per quanto riguarda l’inserimento. Bisogna impedire agli anziani di andare in pensione, secondo il Foglio.
E poi arrivano gli immancabili esperti a spiegare che chi ha più di 65 anni non deve andare in pensione ma non deve nemmeno andare a lavorare per il rischio Covid. Ed altri esperti, talebani del virus, rilanciano proponendo che a casa devono restare tutti coloro che hanno più di 50 anni. Senza pensione e con lavoro agile, se possibile. Se no un po’ di reddito di cittadinanza e qualche elemosina della Caritas. Il prossimo passo sarà il divieto, per tutti, di usare l’auto perché si rischiano incidenti. E poi il divieto di camminare perché si rischia di scivolare.
Ma forse sbaglia il giornale inglese: questo non è un Paese di vecchi, è un Paese di esperti in assurdità.
1 commento
L’investimento sui giovani manca, ma manca dalla culla. Si allevano perfetti idioti in scuole di deficienza con programmi idioti e maestri anni’80 indottrinati. Escono dalle scuole allevati da genitori anni’80 con lo scopo di non avere alcuna responsabilità e passare la vita dietro una catena di montaggio che sta scomparendo, incapaci di pensare, di volere, di immaginare, tristi e spenti. Non tutti, ma troppi. È normale che non servono al mercato, alla cultura, alla nazione. I vecchi alcuni veramente in gamba dovrebbero essere eterni. Di solito hanno superato i 90 anni, invece i 70enni sono la generazione senza responsabilità, senza volontà, del lusso e della comodità che passa il testimone a giovani annoiati e morti.