Radical chic contro classe lavoratrice? Troppo semplicistica una definizione di questo tipo per il risultato delle elezioni statunitensi. Non tanto per il “radical” quanto per lo “chic”. Non ci sono tutti questi chic, in America. Al di là che la definizione di chic, raffinato, poco si adatta agli statunitensi, ricchi o poveri. Ma lo scontro tra Biden e Trump è stato quello che si sta definendo un po’ ovunque: le città (per Biden) contro le campagne (per Trump). L’America profonda, repubblicana, contro il globalismo democratico.
Un confronto che rischia di trasformarsi in conflitto, non solo negli Usa. Le città che depredano le risorse delle campagne, e in Italia soprattutto le risorse delle montagne, per continuare a garantire le basi di una società dello spreco. Basata sull’effimero, sul “qui e oggi”, perché rifiuta le radici e non vuole pensare ai propri figli. Anzi, i figli non li vuole proprio perché comportano sacrifici.
La civiltà Urbana dell’obsolescenza programmata, dove gli anziani sono un fastidio da nascondere nelle residenze apposite, sperando che crepino in fretta per ridurre i costi dell’Inps. Dove l’unico valore è la produttività individuale. La civiltà dell’apericena, in modo da evitare il fastidio di preparare una cena vera. Mordi e fuggi, a tavola come nei legami affettivi. Hic et nunc. Senza un domani, senza un ieri. Sono i perfetti sostenitori dell’America di Biden, non solo priva di radici ma che odia ogni simbolo del passato. E per questo abbatte statue e censura i libri.
Non è una novità, per un’Europa che nulla ha da imparare da questa “America senza gioia, sempre in vendita come una troia”, come cantava Finardi che l’America la conosce bene visto che è figlio di una cantante statunitense. L’inurbamento per la prima rivoluzione industriale, lo scontro Strapaese/Stracittà. Ora è saltato ogni equilibrio e, in Italia, una opposizione minimamente capace lavorerebbe su questo fronte per proporre un nuovo modello di società alternativo al nulla dei progressisti senza futuro. Ma il termine “lavoro” è noto all’opposizione quanto la parola “libertà” agli esperti di Conte.