Un gioco delle parti di personaggi in cerca d’autore. E non sono soltanto 6. Le destre italiane, più la loro fastidiosa appendice berlusconiana, giocano con le dichiarazioni per prendere tempo in attesa di qualcosa che non hanno ancora capito. Che si tratti di un cartello elettorale e non di una alleanza è evidente a tutti tranne che a loro, almeno nelle dichiarazioni ufficio poiché la realtà la conoscono perfettamente. Ed un sistema elettorale proporzionale acuirà le differenze.
Per le elezioni, però, c’è tempo. Mentre per incidere sul futuro dell’Italia occorrerebbe qualche decisione più rapida. Berlusconi ha offerto il proprio sostegno al governo rossogiallo in cambio della difesa di Mediaset nello scontro con Bolloré. Legge ad personam ed è pura menzogna sostenere che si difenda il sistema televisivo italiano per la semplice ragione che non esiste questo sistema: oltre a Mediaset c’è il deserto e La 7 non può certo ambire ad un ruolo diverso da quello di mosca cocchiera della sinistra.
Un appoggio, quello di Forza Italia, che non è partecipazione ad un progetto. Perché né Berlusconi né le destre hanno un progetto. Le proposte presentate per affrontare l’emergenza sono pura demagogia in stile Cetto La Qualunque. È mancato un programma alternativo organico, credibile, da presentare in modo ufficiale, da discutere.
Però è altrettanto evidente che il governo degli Incapaci può solo portare alla rovina del Paese. Non ad un declino, proprio alla completa rovina. Incapaci, in alcuni casi anche stupidi, in tutti i casi anti italiani.
Come se ne esce? L’intervista rilasciata dal pessimo Brunetta indica chiaramente gli ordini arrivati dall’alto: un governo Draghi con dentro tutti. In questo modo nessuno potrebbe avvantaggiarsi dal massacro sociale deciso collegialmente. E, parallelamente, nessuno potrebbe approfittare della montagna di prestiti da utilizzare per sostenere una eventuale ripresa.
Certo, il livello di servilismo di Brunetta emerge chiaramente quando afferma che a Bruxelles non potrebbero accettare la candidatura a premier italiano di chi fa parte dello stesso eurogruppo di Marine Le Pen. Il voto, dunque, non conta nulla e la politica si decide in Belgio.
Ma questo è solo un aspetto del problema. Mentre è fondamentale sapere cosa si va a fare al governo. In una ammucchiata o da soli, occorre avere un progetto. Quale ruolo vorrebbero ricavarsi le destre in un governo Draghi? Certo, si può obbligare l’esecutivo a fermare l’invasione, a metter fine alle follie “gender” ed alla repressione delle idee. Si può rifinanziare Quota 100, tanto per dimostrare di contare qualcosa. Ma poi?
Qual è il tipo di società che si vuol costruire? In quali settori si vogliono concentrare le risorse? Se i punti di riferimento sono gli economisti berlusconiani, tanto vale lasciare che sia il Pd a distruggere l’Italia. Se la scuola deve essere affidata a Bussetti o Gelmini, tanto vale farla affossare da Azzolina. Se l’idea di cultura è legata a Barbara D’Urso e Maria De Filippi, meglio che a far danni continui Franceschini.